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Dina Ruffa25 novembre giornata mondiale della violenza contro la donna
Nel 2006  sono state vittime di violenze 1.150.00 donne
La violenza contro le donne è purtroppo presente nel nostro territorio in maniera trasversale e coinvolge tutte le classi sociali

di Vittoria Saccà
foto Salvatore Libertino

 

Tropea - Il 25 novembre si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza alle donne voluta dall’ONU. In tutto il mondo le violenze contro le donne raggiungono cifre allarmanti, e avvengono nei modi più impensabili. La donna, che dovrebbe essere la vera metà dell’uomo e con lui interagire nel mondo in ogni azione, è spesso sottoposta a continue violenze anche morali, sia dentro le pareti domestiche, che in tutti gli altri ambienti. Una violenza che, purtroppo, in alcuni paesi, avviene dalla più tenera età. A tal proposito, la Save the Children, l’organizzazione mondiale per la tutela e la promozione dei diritti dei minori, alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha rinnovato il suo allarme mettendo la comunità internazionale di fronte al problema di ben oltre 120.000 bambine impiegate come soldati nel mondo.

In Italia, la violenza contro le donne è un problema non certo risolto. Dall’indagine realizzata dall’Istat  sulla violenza e i maltrattamenti contro le donne presentata a febbraio 2007 emerge un quadro davvero infelice. Nel 2006  sono state vittime di violenze 1.150.00 donne  e la maggior parte sono arrivate dal partner o dall’ambito familiare e, per di più, oltre il 90% delle violenze subite non sono  mai state denunciate.  In occasione del 25 novembre abbiamo sentito Dina Ruffa, consigliera comunale nell’attuale amministrazione, facente parte dell’assemblea regionale del nuovo Partito Democratico e componente della Commissione regionale (calabrese) Pari Opportunità.

“Come componente della Commissione regionale Pari Opportunità – ha dichiarato - nella giornata odierna mi sento di fare una riflessione sulla situazione della donna nel nostro territorio.

A due anni dalla mia elezione a consigliera, ritengo importante far circolare il mio pensiero sul tema della violenza sulle donne, ai fini di poter riflettere insieme su determinate tematiche che oggi non si possono più tener celate.

La violenza contro le donne è purtroppo presente nel nostro territorio in maniera trasversale e coinvolge tutte le classi sociali anche se in modi diversi. La cosa che ritengo più grave in assoluto sono le violenze domestiche, quelle che vengono perpetrate nei nuclei parentali. Sempre in maniera più indiretta si arriva a discriminazioni più sottili che investono soprattutto i centri di ‘potere’. Aggiungo che anche se dal punto di vista giuridico la parità tra uomo e donna esiste di fatto, sono tuttora presenti meccanismi che cercano di tagliar fuori quella che è l’ottica di genere. Con ciò non si vuol dire che la donna oggi non abbia di fatto raggiunto una parità anche nei quadri, ma quello su cui vorrei soffermarmi è la difficoltà di relazione che una donna incontra nel momento in cui raggiunge determinati posti appannaggio fino ad oggi solo del sesso maschile.

Qui nascono meccanismi di diffidenza anche nel farsi ascoltare. Il pensiero femminile, del resto, è molto più allargato e in genere tende a considerare i problemi in modo più circolare per risolverli in maniera più completa e dunque corale. Nel nostro territorio, - ha proseguito Ruffa- sarebbe auspicabile che in tutti i tavoli dove si esercitano poteri decisionali, ci fosse presente anche la donna. Per un mondo con una visione più al femminile, io vorrei che tutte le istituzioni facessero uno sforzo per andare al di là del proprio percorso individuale, e che tutte le forze sane sul territorio facessero rete per far sì che possano essere realizzate al più presto centri di accoglienza per donne che subiscono atti gravi di violenza. Sarebbe anche un valido aiuto poter dare a tutte le donne vittime di violenza la possibilità di avere a disposizione un telefono per mezzo del quale denunciare in maniera riservata e senza paure tutte quelle violenze che purtroppo ancora oggi avvengono e che rimangono nel silenzio.  Ciò al fine di costruire per i nostri figli e per le generazioni future una realtà più a dimensione donna”.

Secondo il messaggio centrale convogliato dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne, commemorata per la prima volta in Colombia nel 1981, ora voluta come giornata internazionale dalle Nazioni Unite, la violenza sulle donne lede i diritti umani, sia che si consumi nello spazio pubblico o in quello privato, sia che sia fisica o morale.  Ogni donna ha il diritto di vivere il suo tempo e nel suo spazio libera dalla violenza e da ogni forma di discriminazione. 

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