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Conferenza convocata dal sindaco a palazzo S. Anna
“Se arretra turisticamente Tropea ne risente tutta la regione”

Affrontate le problematiche relative al recente crollo della  rupe di Marina del Convento

 

di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino

 

Si è tenuta stamattina nella sala della Giunta di palazzo S. Anna la conferenza dei servizi convocata dal sindaco per affrontare le problematiche relative al recente crollo della porzione di rupe di Marina del Convento. Hanno partecipato l’ingegnere Antonino Francolino dell’ufficio tecnico della provincia di Vibo Valentia, l’ingegnere Carmelo De Marco, dirigente del servizio tecnico della Regione, accompagnato dal funzionario Pezzo Francesco, l’architetto Grande e  l’ingegnere Scordo dell’ufficio tecnico di Tropea; impossibilitato a presenziare l’ingegnere Giovanni Ricca, segretario generale dell’autorità di bacino regionale che ha provveduto ad inviare via fax il rapporto relativo al sopralluogo effettuato sul luogo della frana il 4 ottobre scorso dalla  geologa Francesca Currà. Il sindaco in premessa ha sottolineato l’enorme  importanza per tutta la Calabria della rupe perché “se arretra turisticamente Tropea ne risente tutta la regione” e ha quindi informato di avere attivato tutte le procedure presso gli organi competenti (Provincia, Regione, Protezione Civile, Autorità di Bacino, Sovrintendenza);  per domani è prevista una riunione a Catanzaro presso l’assessorato all’ambiente e  durante la prossima settimana si recherà a Roma presso il ministero preposto, insieme al responsabile dell’ufficio tecnico,   per cercare di ottenere con urgenza  le risorse per la definitiva  messa in sicurezza dell’intera rupe. Il fatto che la rupe sia crollata in un punto che dieci anni fa era stato ritenuto sicuro e per questo non oggetto di alcun intervento è ancora più allarmante, ha fatto notare,  sottolineando però che, accanto all’azione della natura a volte c’è “anche la mano dell’uomo che mettendoci lo zampino sollecita questi eventi”. L’architetto Grande poi, su richiesta degli ingegneri, ha dato lettura della relazione inviata dall’autorità di bacino scaturita dal sopralluogo effettuato. Viene precisato in premessa  che “l’Autorità di Bacino non ha la competenza e i fondi necessari per gestire situazioni che hanno carattere di urgenza”, occupandosi esclusivamente di programmazione e pianificazione degli interventi di difesa del suolo a scala regionale. Nel Piano di Assetto Idrogeologico della regione Calabria, si legge nel rapporto ,  “tutta la scarpata che delimita la rupe di Tropea è compresa all’interno di una zona franosa con livello di pericolosità IP4 e livello di rischio R4”,  inoltre  si fa presente che negli ultimi anni consistenti risorse finanziarie sono state utilizzate per consolidare  alcuni tratti e altri interventi  sono in corso di realizzazione o sul punto di essere avviati. Sulla frana si evidenzia che essa è avvenuta “in corrispondenza della parte superiore della scarpata dove è presente una cavità che si sviluppa al contatto di due litologie differenti: arenarie biancastre alla base e calcareniti di colore giallastro alla sommità”. Poiché la scarpata è completamente coperta da vegetazione,  non si è potuta valutare l’estensione della cavità mentre la profondità è stimata in alcuni metri. Durante la frana si è staccato un blocco di calcarenite giallastra sulla sommità che, con il suo impatto, ha provocato il crollo alla base della cavità di altro materiale di arenarie biancastre. Allo stato le fondazioni dei fabbricati soprastanti non presenterebbero danni però un’ulteriore evoluzione del fenomeno franoso potrebbe “aggravare la situazione”. Per questo motivo, in via cautelare, è stato disposto lo sgombero di alcuni fabbricati. Indicati come interventi immediati la rimozione del materiale franato dalla strada, che naturalmente è stata chiusa al traffico, e dal ripiano sottostante la cavità e un’analisi approfondita, mediante personale specializzato,  “dell’estensione e del grado di apertura dei giunti che potrebbero dare origine ad altri crolli, ed eventuale disgaggio dei blocchi pericolanti”. Sarà essenziale inoltre rimuovere la fitta copertura vegetale che impedisce un’adeguata osservazione delle condizioni meccaniche della roccia. Intanto, ha fatto sapere il sindaco, ci sono cittadini irresponsabili che di loro iniziativa, hanno rimosso le transenne e spostato il materiale con mezzi meccanici, per aprire la strada al traffico. Sono state  informate le forze dell’ordine e si provvederà ad impedire l’accesso con misure più sicure. Ora, hanno affermato i presenti alla conferenza, occorre attendere i risultati degli ulteriori esami geologici e c’è da augurarsi un tempestivo intervento degli organismi regionali, nazionali ed europei per il finanziamento di quest’opera che non è esclusiva proprietà  di Tropea e della Calabria ma del mondo intero, essendo stata chiesta la protezione dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità.

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