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Scioglimento del Consiglio Comunale di Parghelia

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco  Vincenzo Calzona
"Pochi i fatti specifici contestati e spesso distorti"
 

di Vincenzo Calzona

foto Salvatore Libertino

La relazione del Ministro dell’Interno allegata al decreto di scioglimento del Consiglio Comunale di Parghelia è un vestito che può adattarsi a qualsiasi amministrazione nelle  regioni italiane ad alta presenza di criminalità organizzata. Pochi i fatti specifici contestati e spesso distorti, come spiegherò in seguito. L’inquadramento della zona come zona ad alta presenza di criminalità organizzata, usato come cornice generale alla relazione, certo non è una novità e come  Amministrazione di Parghelia lo abbiamo sempre denunciato pubblicamente ed abbiamo compiuto tutto quanto possibile per rendere forte e consequenziale la denuncia. Ricordo una  mia intervista alla trasmissione del canale nazionale di Rai Tre “Primo Piano”, in cui affermavo la forte presenza della mafia nel vibonese e la necessità di una più massiccia presenza delle forze dell’ordine; ricordo che nel corso dell’intervista, per dare l’idea del clima di intimidazione che si respirava in quel periodo, dissi: “Questa la chiamano Costa degli Dei, ma dovrebbero chiamarla Striscia di Gaza”, frase che provocò grande disappunto in molti settori locali e mi fece piovere addosso molte critiche di aver esagerato. Potrei citare ancora le denunce fatte in occasioni ufficiali nel corso degli incontri istituzionali o di cerimonie alla presenza delle forze dell’ordine, potrei parlare della costituzione di parte civile nel processo Dinasty 1 (uno dei  primi tre comuni della Provincia), dell’acquisizione al patrimonio comunale di beni sequestrati alla mafia  e potrei continuare ancora.

Ma capisco che tutto ciò è stato messo in secondo ordine di fronte al clamore mediatico che la vicenda Melograno Village ha avuto, ed a questo, e solo a questo, si è pensato programmando lo scioglimento del  consiglio Comunale di Parghelia, come capisco che le battaglie fatte anche a livello provinciale e regionale mi hanno alienato le simpatie di molti. Il quadro a fosche tinte con il quale si descrive Parghelia nella relazione non corrisponde affatto alla realtà: l’Amministrazione da me diretta ha fatto molto per  ridare un aspetto armonico alla vocazione turistica di questa cittadina, un aspetto pulito e ordinato, e molto ha fatto nel campo del sociale e della cultura e del recupero degli spazi pubblici e dell’arredo urbano. Lasciamo finanziamenti per opere pubbliche superiori a tre milioni di euro, una situazione finanziaria buona, pur se vi è la sofferenza di una forte evasione per la quale però, anticipatamente alle scadenze di legge, sono stati esperiti tutti gli atti necessari a contrastarla e dei quali atti si incominciavano a vedere i frutti. Ma credo siano argomentazioni da affrontare a parte, ritornando adesso alla relazione del Ministro. Dice la relazione: “L'ufficio tecnico è stato, infatti, gravemente coinvolto da una operazione  giudiziaria  che ha condotto all'arresto del responsabile del settore lavori pubblici, all'interdizione temporanea dai pubblici uffici del dirigente dell'ufficio tecnico urbanistico” “La commissione di accesso ha tenuto a rilevare, in merito, che gli organi  di governo non erano affatto estranei all'irregolare gestione dell'ufficio tecnico, avendo acquisito, con apposita delibera di giunta, in deroga ai principi di separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa  fissati  dal  decreto  legislativo 30 marzo 2001,  n. 165, la possibilità di assumere il controllo diretto degli uffici gestionali.” Mettere in collegamento i due episodi è palesemente errato, in quanto la deliberazione di giunta che modifica il regolamento degli uffici e dei servizi  fu  deliberata immediatamente dopo lo scoppio del  caso Melograno e fu dettata proprio  dal coinvolgimento  dei responsabili degli uffici nella vicenda.  Una reazione presa a caldo, quindi, questa di dotarsi della possibilità prevista dalla legislazione vigente di sollevare qualsiasi responsabile burocratico sostituendosi agli stessi, ma successive valutazione sul resto dell’apparato burocratico ci fecero considerare inutile applicarla. Inoltre, come  sa chi appena si intende di pubblica amministrazione, nei piccoli comuni la parte politica puoi sostituirsi alla gestione degli uffici ma non esiste nessuna possibilità di cogestione Confondere inoltre, come fa la relazione del Ministero dell’Interno, la possibilità di attribuirsi le funzioni di gestione, escludendo quindi dalla gestione l’apparato  burocratico, con l’averlo poi davvero fatto è stranamente errato; appare inoltre capzioso che tale facoltà venga data come possibile prima della vicenda del caso Melograno Village,  quando la delibera è successiva al 10.11.2007. Una lettura completamente distorta viene data al fatto che il Sindaco ha avocato a se le funzioni di responsabile del commercio, omettendo di dire che il sindaco ha avocato a se le funzioni proprio per emettere  un  provvedimento di  revoca di un atto (formatosi nei modi previsti dalle norme e del quale una successiva comunicazione della Prefettura ne richiedeva l’annullamento) ed omettendo anche di dire che di tutta la vicenda erano a conoscenza i funzionari della  Prefettura e le forze dell’ordine che seguivano il caso.  della legalità, assumendosi in prima persona ogni responsabilità, come l’esatto contrario.

Per quanto attiene all’avvicendamento degli uffici coinvolti nel caso Melograno, l’ufficio lavori pubblici è stato immediatamente affidato a un professionista esterno. Vero è che allo spirare del periodo di interdizione da pubblici uffici è stato confermato il responsabile dell’ufficio urbanistica, ma è pur vero che i reati contestati allo stesso riguardano l’abuso d’ufficio e fatti connessi a questo e non reati di mafia  o di corruzione. Sulla vicenda del “Melograno Villane” la relazione del Ministro si rifà agli atti accusatori senza tenere conto dello svolgersi delle vicende giudiziarie al vaglio della  Magistratura giudicante. Non voglio entrare in questa problematica, essendoci i procedimenti penali in corso,  ma chi legge i giornali sa che l’andamento del procedimento giudiziario non sempre sta confermando le ipotesi accusatorie

Un’osservazione in merito debbo però farla: l’affermazione che l’Amministrazione, al  momento dell’approvazione del Piano di lottizzazione, “fosse a conoscenza delle numerosi e gravi illegittimità” è solo un’ipotesi accusatoria non suffragata da nessun  fatto. Né nella relazione del Ministro viene dato alcun valore al proseguo della vicenda per come risulta dagli atti giudiziari, anche ampliamente pubblicati sui giornali, ovvero al fatto che per quasi due anni, fino a che non sono maturate le condizioni di legge, la Concessione edilizia non e’ stata rilasciata.

Guardando i pochi atti urbanistici licenziati dal Consiglio Comunale, non scorgo questi soggetti criminali interessati, né scorgo questi grandi interventi speculativi e di devastazione del territorio che in altre stagioni questo comune ha subito. Gli  ecomostri pur presenti nel territorio di Parghelia non sono figli di questa Amministrazione Comunale ma di quelle Amministrazioni che negli anni ottanta favorirono la cementificazione del territorio, promuovendo un piano regolatore che attirò qui numerosi imprenditori ancora oggi presenti.

Ma la cosa che più mi lascia perplesso è la parte della relazione che considera “i  frequenti atti intimidatori citati nella relazione d'accesso e diretti sia nei confronti  dell'Amministrazione Comunale nel suo complesso, sia, in particolare, del sindaco e dell'assessore al turismo” fatti sintomatici “dell'evidente  condizionamento degli organi di governo  dell'ente”. Ora è per tutti evidente che se condizionamento davvero c’è non c’e’ bisogno di atti intimidatori; se qualcuno ricorre alla violenza forse è proprio perché amministrazione, sindaco ed assessori non cedono ai condizionamenti.  E’ questa parte della relazione che mi rifiuto di capire e che fa più male ricordando quello che ognuno di noi ha vissuto giorno per giorno, arrivando a guardarsi intorno quanto la sera si rientrava a casa. Il fatto che il Consiglio Comunale venga sciolto perché gli amministratori subiscono intimidazioni (delle quali ancora aspettiamo l’individuazione degli autori) mi ha dato la brutta sensazione che lo Stato elimini l’effetto non sapendo eliminare la causa. Infine mi corre l’obbligo di precisare che il sottoscritto non è stato rinviato a giudizio nel procedimento Melograno Village ma ha scelto il rito abbreviato.  Pertanto mi aspetto le pubbliche scuse e la rettifica a mezzo stampa, nelle stesse forme dell’articolo che ha questo contenuto, della notizia falsa e tendenziosa apparsa su qualche giornale.

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