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Ricordando Don MilaniInaugurata nell’aula magna, gremita di alunni, del Liceo Scientifico  di Tropea
“L’Isola che non c’è”
Mostra fotografica multimediale in ricordo di  don Lorenzo Milani

di Caterina Pandullo

foto Salvatore Libertino

Tropea - E’stata inaugurata ieri nell’aula magna, gremita di alunni, del Liceo Scientifico  di Tropea,  diretto da Beatrice Lento, la mostra fotografica multimediale in ricordo di  don Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana nel 40° anniversario della pubblicazione della “Lettera a una professoressa”. Hanno partecipato mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea,   Paolo Ceraso, presidente ACI della stessa diocesi,   Mario Tassone, vice presidente della Commissione nazionale antimafia,  l’assessore all’ambiente  Pasquale Vasinton,, don  Saverio Di Bella, assistente diocesano della diocesi,  Salvatore Rizzo, docente responsabile  dell’unità didattica “Vangelo e Costituzione Don L. Milani” e  la figlia e il  fratello di Giuseppe Guzzo, ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione, scomparso di recente per un incidente stradale e amante appassionato dell’insegnamento di don Milani,  a cui la mostra è dedicata. L’iniziativa, inserita all’interno del  progetto di Educazione alla Legalità “L’Isola che non c’è”, è stata realizzata in collaborazione con la sezione dell’ACI della nostra diocesi. Nell’aula magna tappezzata dai brani più significativi tratti dall’opera di don Milani e da foto che lo ritraggono insieme ai suoi alunni di Barbiana, la dirigente Lento e il presidente dell’ACI Ceraso  hanno  ricordato la figura di questo prete “scomodo e provocatorio” che ha rivoluzionato il modello conformistico di una scuola classista basata “sul privilegio dei già privilegiati e sull’emarginazione dei più poveri e svantaggiati”, una scuola che è “come un ospedale che cura i sani e respinge gli ammalati”. Al centro dell’insegnamento di don Milani l’applicazione del dettato costituzionale che parla di una scuola  uguale per tutti , che dia pari opportunità  attraverso percorsi formativi differenziati.. Primo obiettivo  l’affrancamento dall’ignoranza da realizzarsi col dominio della parola che consente di esprimere la ricchezza che ognuno possiede nel suo cuore perché “uguale è chi sa esprimersi e comprendere il pensiero altrui”.  Don Di bella si è soffermato sul percorso biografico del priore di Barbiana che,  nato in  una famiglia di anticlericali che l’hanno battezzato per sfuggire alle leggi razziali, attraverso la lettura di un messale trovato casualmente all’interno di una chiesa abbandonata, ha totalmente modificato i suoi interessi, rivolti alla pittura,  per dedicarsi alla straordinaria opera che tutti conosciamo. L’assessore Vasinton ha portato i saluti del sindaco impossibilitato a partecipare ed ha assicurato la disponibilità dell’amministrazione a  favorire simili eventi di promozione culturale. Il professor Rizzo ha evidenziato il richiamo di don  Milani alla Costituzione, i cui valori oggi sono sempre più calpestati, e l’attualità del suo insegnamento fondato sull’esigenza di un’emancipazione collettiva e di trasformazione sociale da attuarsi attraverso l’istruzione che rende “cittadino chi è suddito e dà voce a chi non ce l’ha”. Molto apprezzata da Mario Tassone  l’iniziativa collegata al grande tema dell’educazione alla legalità ; egli,  pur ammettendo che non si può delegare   alla scuola questa gravosa responsabilità,  ha  puntualizzato che “il contrasto alla criminalità non si può consumare solo attraverso nuove norme, che da sole non bastano, ma occorre una mobilitazione generale, una rivoluzione culturale e morale per recidere i fili di connivenze e collusione”. L’intervento conclusivo di monsignor Renzo si è focalizzato sui messaggi lanciati da alcuni  alunni sia attraverso la lettura di passi significativi dell’insegnamento di don Milani, sia dai video trasmessi che documentano il loro impegno per il rispetto della legalità. Li ha quindi spronati ad essere testimoni della “cittadinanza attiva che stimola a diventare non solo presenza critica ma soprattutto coscienza critica che parte da dentro”. E invitandoli a lavorare sinergicamente ha ricordato il leit motiv della canzone di G. Gaber “Libertà è partecipazione”, che ha accostato al motto della scuola di don Milani “I Care”, “Io mi prendo cura, ci sono” in contrapposizione al “Me ne frego” fascista

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