Stagione teatrale 2007 al Teatro La Pace di Tropea-Drapia

Anna Mazzamauro in“Quando eravamo da sola”

Due ore di monologo recitato e cantato per un pubblico qualificato

 

di Caterina Pandullo

foto Salvatore Libertino

 

Avrebbe meritato spettatori più numerosi l'eccezionale performance di Anna Mazzamauro che ieri ha inaugurato la stagione estiva del teatro "La Pace". La brillante attrice, in quasi due ore di monologo recitato e cantato con l'accompagnamento di due bravi musicisti, ha letteralmente calamitato l'attenzione del qualificato pubblico che, con risate ed applausi, ha dimostrato il gradimento dello spettacolo e la soddisfazione di aver scelto, da vero intenditore, di trascorrere una serata con una tra le artiste  comiche dalle doti più grintose, aggressive  e straripanti,  mascherate dietro un'apparente signorilità. La signorina Silvani, ossuta e segaligna donna dei sogni proibiti del ragioniere Fantozzi,  creata dalla genialità di Luciano Salce,  ieri sera ha interpretato se stessa,  sciorinando con eccezionale plasticità facciale e barcamenandosi tra aristocrazia e volgarità, il vasto repertorio di gag che l'hanno resa famosa e unica nel suo genere. Ironizzando sulla sua "atipicità", per non dire bruttezza, che regala alle altre donne "il piacere di sentirsi più belle", fa un elenco del "gioco al massacro che faccio dentro di me perché mi purifica e mi rende bella ..dentro, .ma  che fatica restare con la bocca aperta per far vedere quanto sono bella dentro!" Bersaglio delle sue battute il gentil sesso ossessionato dalla dieta,  dai tentativi di nascondere l'età che avanza con bugie sull'età, tinture di capelli e ginnastica, dalla continua ricerca dell' "amore negativo, che ci fa soffrire" e dal dolore dell'abbandono perché "dobbiamo cominciare tutto daccapo". Ma accanto alla leggerezza e apparente frivolezza  dei testi, intervallati da magnifiche interpretazioni di canzoni famose ( tra cui , per citarne alcune : Sola me ne vò per la città, A città i puricinella,  Parlami d'amore Mariù), trovano posto  riferimenti espliciti a temi attuali molto più drammatici e scottanti quali la violenza sulle donne e  la pena di morte. Eccezionale la parte finale centrata sull'imitazione della grande Anna Magnani di cui rievoca l'amara delusione per il mancato matrimonio con Massimo Serato, il dolore per la malattia del figlio da lui avuto, Luca, la gelosia verso la rivale in amore che Roberto Rossellini si è portato dall'India, l'avanspettacolo fatto con Totò, un pezzo di "Mamma Roma", girato con Pisolini e l'amarezza perché il cinema l'ha trascurata mentre la televisione le proponeva di fare "la sciantosa" con Massimo Ranieri. Amaro e fiero il commiato affidato ad una canzone in cui si definisce "Pasquina feroce e malandrina" che niente ha chiesto alla vita e niente la vita le ha dato, ma in compenso  "ho sempre fatto quello che ho voluto".

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

    www.tropeaedintorni.it        luglio 2007