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Occorrerà rimboccarsi le maniche se si vuole salvare la rupe
Il costone di roccia di Tropea,  l’annoso problema

Il ministero dell’Ambiente, ha concesso all’amministrazione comunale 90mila euro per opere di primo intervento

di Franca Maccarone
foto Salvatore Libertino

Tropea - Un mese fa si sgretolava, per l’ennesima volta, la quinta, per essere precisi, la rupe di Tropea. Si sfiorava la tragedia  e anche questa non era la prima volta. Infatti circa quattro anni fa, quattro operai del comune l’hanno scampata per miracolo, allorquando si è staccato un costone di roccia e solo la prontezza di spirito di uno di loro, che ha lanciato l’allarme, ha evitato il peggio. Un problema, quello della rupe, che si trascina da anni e che neppure i miliardi di vecchie lire impegnati per  cercare di salvaguardare la famosa rocca tropeana, sono riusciti a risolvere. Tant’è vero che, a distanza di anni, ormai, dal completamento dei lavori, gli episodi di smottamento e di frane si continuano a ripetere con frequenza. Anche dopo la caduta  del 27 settembre scorso, altri  massi di medie dimensioni si sono staccati e riversati sui detriti che ancora non sono stati rimossi dalla carreggiata. Da allora, è stato un susseguirsi, per l’amministrazione Euticchio, di incontri su incontri con rappresentanti degli Enti locali, regionali e nazionali, per cercare di reperire fondi e stabilire interventi in grado di affrontare e risolvere, una volta per tutte e per sempre, l’annoso problema. Fino ad ora, però,  bisogna dirlo, con risultati poco incoraggianti. Gli organi provinciali, infatti, che pure per primi si sono dichiarati assai sensibili al problema, alla fine su quello che riguarderebbe la propria partecipazione in soldoni, non si sono ancora pronunciati. Il ministero dell’Ambiente, invece, ha concesso all’amministrazione comunale la disponibilità ad utilizzare 90mila euro per opere di primo intervento e già per martedì prossimo inizieranno i lavori per la messa in sicurezza del tratto dove si è verificata la frana.  Troppo poco, ed è a tutti evidente, per quello che andrebbe invece fatto. Il presidente della Regione Agazio Loiero nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco di Tropea Antonio Euticchio e disposto che la presidenza della Giunta coordinasse gli interventi. Ma su che cosa? Evidentemente soltanto sulla pulizia della roccia, considerato che in questa prima fase “saranno impiegati anche uomini e mezzi della Protezione Civile e dell’Afor, sarà utilizzato uno speciale automezzo con annessa pedana, che consentirà di raggiungere la parte più alta della roccia. Inoltre, in seguito ad un accordo con la presidenza della Giunta, la direzione regionale dei Vigili del Fuoco interverrà con un gruppo specializzato per il monitoraggio”. Un lavoro che, con tutta probabilità, consentirà di riaprire al traffico veicolare il lungomare, ma che non si può dire, a causa dell’esiguità della somma impegnata, possa garantire di percorrere senza patemi d’animo la strada che costeggia la rupe. Il rischio , infatti, che si possano ripetere episodi di ricaduta di massi, anche in altri tratti, permane altissimo e necessiterebbe di ulteriori e diversi interventi seri e mirati, il cui costo, però, sarebbe decisamente assai più alto. La speranza, forse l’unica, a questo punto, si poggerebbe sull’Autorità di bacino regionale, ex Genio Civile, che già nella scorsa riunione ha però precisato che  “questa Autorità di bacino non ha competenze ed i fondi necessari per gestire situazioni ed eventi a carattere di urgenza . Tienesi ad evidenziare che tale problematica- aggiunge il rapporto trasmesso al comune di Tropea- è ritenuta in debita considerazione in sede di definizione di future programmazioni di interventi che saranno rese possibili da provvedimenti di stanziamento di risorse finanziarie”.

Fare i lavori di pulizia va bene, come pure se sarà possibile, riaprire la strada. Ma subito dopo occorrerà rimboccarsi le maniche e lavorare intorno ad un progetto serio e definitivo, se si vuole salvare la rupe di Tropea.

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