I tentativi di rilancio economico

Il Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria: innovazione, competitività e sviluppo

Si tratta di una realtà che opera capillarmente muovendosi tra le istituzioni della Regione e ponendosi come “nodo organizzatore-integratore” per l’attivazione di processi atti a favorire il decollo economico della Calabria che, a tutt’oggi, si presenta come un’area profondamente ed endemicamente depressa ed isolata.

 

di Bruna Fiorentino

 

Roma – E’ lo sviluppo economico della Calabria ed il conseguente reale decollo della Regione l’ambizioso obiettivo primario del Parco Scientifico e Tecnologico (PST) della Calabria e dell’Ente di gestione CALPARK. Esso, infatti, seguendo le linee programmatiche di tutti i PST d’Italia, si presenta come lo strumento più efficace per il trasferimento delle innovazioni tecnologiche, sia delle biotecnologie, che delle scienze umane, oltre che dei settori tradizionali, realizzate in Italia ma anche all’estero, verso il mondo delle imprese.

Ed il PST della Calabria ha come scopo quello di promuovere e favorire l’innovazione, la competitività e lo sviluppo partendo proprio dalle realtà che operano nel territorio regionale, ossia le strutture tecnico-scientifiche di ricerca (Università e Centri di Ricerca); il mondo produttivo ed imprenditoriale e la finanza.

Tutto ciò affinché la Calabria possa perdere quella connotazione negativa di “fanalino di coda” tra le Regioni italiane per la sua arretratezza e per un tasso di disoccupazione ancora pari al 25,7% (rilevazione trimestrale ISTAT aggiornata all’aprile del 2002) che le assicurano il primato negativo in Italia.

Dalla medesima fonte sulla disoccupazione, l’Italia risulta essere a quota 54,6%: il dato peggiore di tutti i Paesi dell’Unione Europea. Nella nostra nazione pesa soprattutto il forte divario tra il Nord ed il Mezzogiorno da sempre in netto svantaggio.

Il PSTCal, Società Consortile per Azioni, la cui compagine sociale è formata da Enti Pubblici e Piccole e Medie Imprese locali, è sorto nel 1992 facendo seguito all’indicazione dell’ex ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Antonio Ruberti, che, alla fine del 1989, sostenne con convinzione e veemenza la nascita dei Parchi Scientifici e Tecnologici basandosi sui risultati ottenuti all’estero e, in particolare, negli USA, dove esistevano fin dagli anni ’50, ed in Europa (Francia ed Inghilterra).

Furono stanziati circa 1.100 miliardi di vecchie lire utili per il decollo di 49 progetti d’innovazione, fra cui 13 PST nel meridione arretrato, che avevano lo scopo di supportare lo sviluppo economico del territorio di competenza.

Ai nostri giorni i Parchi Scientifici e Tecnologici ammontano a circa 30, alcuni dei quali sono da considerarsi veri e propri leader nel settore.

I campi d’azione del PTSCal, attraverso il CALPARK, sono essenzialmente quattro:

1.      diffusione delle innovazioni e del trasferimento tecnologico;

2.      cooperazione interdisciplinare tra imprese locali, nazionali ed internazionali; Università e Centri di Ricerca;

3.      rimozione degli ostacoli, endogeni ed esogeni, che frenano la diffusione dei processi innovativi;

4.      sperimentazione e attivazione di processi sistematici di trasferimento di know-how alle Amministrazioni pubbliche ed alle imprese calabresi.

Inutile sottolineare che la speranza, anche di questa iniziativa, rimane pur sempre la stessa: che la Calabria cessi di essere la Cenerentola non solo dell’Italia ma dell’intera Unione Europea!     
 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

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