Si arricchisce il patrimonio artistico di Tropea

Importante ritrovamento archeologico

Sulla scoperta di alcune interessanti colonne gli esperti azzardano date che risalgono al 300 d.C. Il reperto è comunque destinato ad  arricchire la storia della città.

 

di Bruno Cimino

foto Salvatore Libertino

Translation by Louise Lorenzo

 

TropeaVerso la fine di maggio 2002, in Largo Vaccari, a Tropea, vicino alla ex residenza Vescovile, durante i lavori di manutenzione di un antico edificio, il proprietario con gli operai hanno portato alla luce quattro colonne di tufo la cui datazione non è ancora stata accertata.

La Sovrintendenza alle Belle Arti, in accordo con il proprietario dell’immobile, Arnolfo Scuffi, ha bloccato momentaneamente i lavori. Il tempo necessario per un sopralluogo degli esperti al fine di decifrare l’interessante reperto e quindi redigere una carta d’identità utile alla storia antica della città. Non si esclude, inoltre, la possibilità (o necessità) di  un intervento per il restauro delle colonne secondo le norme di salvaguardia dei beni artistici.

Un estimatore di storia antica, oltre che docente di Arte, Antonio Lorenzo di Tropea, azzarda delle ipotesi che (secondo noi) potrebbero trovare felice conferma se solo si effettuassero interventi che vanno oltre lo stipendio degli addetti ai lavori. Egli infatti sostiene che le colonne venute alla luce potrebbero appartenere ad un pulpitum. E sottolinea che: “Anticamente i primi spettacoli teatrali erano rappresentati su palchi di legno costruiti di volta in volta. Solo popoli dalla cultura raffinata erano capaci di creare strutture permanenti utilizzando lastroni e blocchi di calcare locale, nonché colonne quali quelle ritrovate a Tropea  che sembrano tipiche di un palcoscenico di stile dorico”. 

Come già più volte abbiamo avuto modo di argomentare sulle origini di Tropea e stando a quanto tramandatoci da Dionisio di Alicarnasso, Livio, Ovidio, nonché alle leggende popolari, nel II millennio a.C. la fascia costiera, le zone dell’entroterra del vibonese e oltre sino alla Lucania furono conquistate da Italo, re degli Enotri, il quale volle che tutta la zona si chiamasse Italia.

Non sono da escludere particolari vocazioni culturali di questo popolo che abbiano anche inciso nella tradizione teatrale della Magna Grecia al punto da favorire impianti ad hoc.

Sappiamo che normalmente i teatri erano situati ai piedi di una collinetta, orientati verso est o, laddove era possibile affacciati su pendii scoscesi. Nel caso delle colonne trovate a Tropea, saremmo di fronte a quest’ultima tipologia, ossia ad una struttura a picco sul mare.

Infine, sempre sulla base delle ipotesi espresse da Antonio Lorenzo, il presunto teatro sulla rupe di Tropea si doveva presentare imbrigliato da una serie di muraglioni concentrici e radiali ricoperti in un secondo tempo con sabbia setacciata, al di sopra della quale era posta la gradinata con file concentriche destinata ad accogliere i seggi mobili per i senatori, i sacerdoti ed i notabili del luogo.     

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

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