DASA'

Dasā (Foto Libertino)Il suo nome significa "zona di boschi" (dadas). Fu casale di Arena e feudo dei Conclubert. L'abitato fu ricostruito due volte dopo i terremoti del 1783 e del 1905.
Il Comune ha oggi una superficie di 6,19 km2 ed una popolazione di 1.600 abitanti; si trova a 31 km a sud-est di Vibo Valentia ed č situata a 258 m. sul versante tirrenico delle Serre.
L’economia del piccolo Comune č basata principalmente sulla produzione di cereali, frutta, olive e sull’allevamento bovino e ovino.Dasā - Piante d’ulivo secolari - (Foto Piero Tripodi)
In localitā Ceramida Mastropenso si torva una sorgente di acqua oligominerale.
In localitā Bracciara esistono piante d’ulivo secolari, monumenti alla memoria del lavoro umano, forse vecchi di mille anni; si tratta di un patrimonio di inestimabile valore perché sono una testimonianza vivente dell’amenitā del luogo, del lavoro dell’uomo e di una certa "riconoscenza" della natura nei confronti di chi altre aspirazioni non ha avuto Dasā - Piante d’ulivo secolari - (Foto Piero Tripodi)durante la propria vita se non quelle di alimentare la salvaguardia del patrimonio ambienatale, dei prodotti naturali e della simbiosi uomo-natura. Difendere queste millenarie piante č un diritto-dovere dei singoli cittadini, ma innanzitutto delle istituzioni, il non farlo sarebbe un segno di pericolosa inciviltā.
La fede dei cittadini di Dasā č rivolta alla Madonna della Consolazione. La devozione dei dasaesi nei confronti della loro Padrona risale presumibilmente verso la fine del 1400, tenendo presente che la chiesa dove c’č la sacra statua č stata edificata nel 1483.
E’ di questo periodo, appunto, una leggenda che racconta di un’incursione di briganti i quali devastarono l’abitato della piccola localitā di Bracciara compresa la chiesa. Tra i ruderi di quel saccheggio rimase l’altare con la statua lignea raffigurante appunto Madonna della Consolazionela Madonna della Consolazione. Si racconta anche che i paesi vicini, Dasā, Acquaro e Arena subirono pių o meno lo stesso saccheggio; i loro abitanti, in procinto di edificare una nuova chiesa, rivendicarono il possesso della statua che venne prelevata con una carro trainato da buoi ma che, dopo appena qualche centinaia di metri si fermarono senza pių volere continuare proprio alle porte di Dasā, nel luogo dove oggi sorge la chiesa che conserva la statua.
Da allora e per volere del marchese Caracciolo di Arena la tradizionale "Affrontata" (si chiama cosė il rito religioso) č arrivata ai nostri giorni. E’ una processione, che si svolge una volta l’anno, il martedė di Galilea e coinvolge non solo i dasaei, ma anche i cittadini di Arena, di Aquaro e di tutti gli altri paesi limitrofi. La cerimonia religiosa consiste nel mettere all’asta le stanghe che sorreggono il piedistallo dove poggia la statua; a farsi largo sono soprattutto quelle persone che ritengono di avere rivevuto una grazia particolare dalla Madonna; tra i pių facoltosi e devoti pare siano gli emigranti che pur vivendo in terre lontane hanno conservato per la protettrice del loro paese una grande fede.
Legato a questo evento, un proverbio popolare dice: "Miegghju mu sė cavāju e m’hai na musca, ca nommu tieni dinari lu marti di Pasca!". (E’ meglio essere un cavallo con le mosche addossso, che non avere soldi il martedė dopo Pasqua!).
Feste: San Rocco il 16 e il 17 agosto e San Nicola il 6 dicembre.
Fiera: 7 e 8 dicembre.
Mercato: mercoledė.

Redazione Tropea e dintorni

 

 

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