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Sandro D'AgostinoSottile attacco agli ex sindaci Euticchio e Vallone e al loro operato e un invito a Dalila ed ai giovani.
«AA cercasi sindaco per Tropea»
D'Agostino: «Lo spazio ai giovani  non bisogna lasciarlo, sono i giovani a doverlo conquistare»

Redazione
foto Salvatore Libertino

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell'avvocato Sandro D'Agostino.
D'Agostino prende spunto dall'articolo pubblicato dalla nostra collaboratrice Dalila Nesci sulle pagine web del mensile Tropeaeadintorni.it e, nelle sue considerazioni finali, la invita a prender parte ad un progetto politico che coinvolga i giovani. D'Agostino, però, cresciuto a pane e politica, ne approfitta per tracciare una sintesi degli ultimi anni di vita amministrativa tropeana, rintracciando in Gaetano Vallone l'artefice di ogni male.

Ho letto con attenzione, e certamente con piacere, l’articolo della giovane Nesci. E la lettura è stata piacevole perché mi ha riportato indietro con l’età, quando negli anni della università scrivevo frequentemente articoli sulle sorti del partito socialista, sulla necessità di un forte apporto di partecipazione giovanile per evitare la scomparsa dello stesso.

I miei argomenti di allora sono gli argomenti di oggi, cioè la tanta decantata partecipazione dei giovani alla vita politica. Ricordo che l’attuale sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo (che non più un giovanissimo), in una assise si rivolse alla platea, dicendo “lasciamo spazi ai giovani prima che siano troppo vecchi”.

Allora come oggi credo che vi sia un frequente errore di valutazione, commesso in passato da me e pare anche dalla giovane Nesci: lo spazio ai giovani – e lo dice uno che per troppo tempo ha atteso quegli spazi -  non bisogna lasciarlo, sono i giovani a doverlo conquistare. In verità credo che la partecipazione giovanile alla politica non sia massiccia e soprattutto non è impedita da dirigenti crudeli. Il maggiore ostacolo alla partecipazione giovanile è stata data dall’elettorato che specie al sud ha voglia di affidarsi al personaggio che offre maggiori garanzie. Le idee dei giovani sono belle, ma le promesse dei potenti attirano di più. Non sempre si disprezza ciò che si disdegna.

Cara Dalila, il problema di Tropea non è certo che la pessima amministrazione Euticchio sia cessata a ridosso dell’estate. Se le presse erano quelle dell’inverno neanche la giunta Euticchio avrebbe portato il sole a questa estate. Ma è inutile polemizzare su quello che è stato, o rimpiangere quello che poteva essere e non è stato.

E se il futuro è oggi, come scrivi tu, dobbiamo proiettarci subito sui prossimi appuntamenti elettorali.

Cara Dalila non devi curarti dei rischi cui ti espongono terzi, ma ricerca la consapevolezza di una scelta e persegui tenacemente il tuo obiettivo.

Io il “senso della vita” non l’ho compreso, ma inizio a capire un po’ della politica tropeana che, evidentemente, è cosa molto più modesta e magra delle problematiche esistenziali.

Il drammatico problema di questa cittadina è da individuarsi nella apatia della cittadinanza, nella voglia di nascondersi e di affidarsi ad un messia che dovrebbe regalare fortune. I tropeani hanno scelto come loro messia Gaetano Vallone ed i risultati li abbiamo sotto gli occhi. Badate bene che da venti anni la popolazione ha scelto il Prof. Vallone, anche quando ha scelto Euticchio, perché fortissimamente sostenuto dal Prof. Vallone.

Non sono un detrattore del Prof. Vallone – lo considero un buon uomo, ho stima di lui  e non dimenticherò mai l’amicizia che aveva con mio padre ed il suo pianto alle esequie del mio genitore – però intorno a lui sono ruotate le crisi dell’amministrazione della nostra cittadina. Lui ha condannato l’amministrazione Cortese, lui ha portato alla vittoria la amministrazione Euticchio e ci ha condannato a questi tre anni sciagurati. Le amministrazioni Vallone ci hanno regalato il drammatico buco nel bilancio, ci ha consegnato uno stadio che non funziona e che ci sta costando troppo, ci ha regalato un esproprio del parcheggio dell’isola altrettanto esoso. Non hanno cancellato il depuratore vicino al più prestigioso albergo di Tropea ma ne hanno costruito uno nuovo e già mal funzionante. Non abbiamo una piazza dignitosa, però i tropeani sono contenti perché “con Vallone c’è l’acqua e si raccoglie la spazzatura” (neanche fossimo un paese del terzo mondo!!!).

 Soprattutto i dieci anni di Vallone non hanno consegnato a Tropea la consapevolezza che una città è grande quanto lo sono i propri cittadini.

Ora qualcuno parla del ritorno in politica del Prof. Vallone come il possibile risorgimento di Tropea quando siamo all’anticamera della restaurazione. Tropea non ha bisogno di un sindaco che controlli i vigili ed i dipendenti comunali. Tropea ha bisogno che il corpo dei vigili e quello dell’amministrazione comunale funzioni indipendentemente da chi è il Sindaco, perché solo allora il primo cittadino avrà fatto bene, organizzando dignitosamente la vita pubblica della città che amministra. Vi sono delle regole che debbono essere rispettate e non serve un padrone-sceriffo che impone il rispetto delle regole, altrimenti manca anche il senso civico e Tropea rimane piccola come lo è dopo quindici anni di amministrazione Vallone (+ tre Vallone-Euticchio).

E mi sia concesso di dire che quel messaggio “AA cercasi Sindaco per Tropea” è fuorviante: Tropea non ha bisogno di un Sindaco, Tropea ha bisogno del risveglio della sua cittadinanza. Serve un’onda che ridia freschezza ad una popolazione assonnata.

Cara Dalila se il futuro è adesso allora impegnati subito, in prima persona, e fallo insieme ad un gruppo di giovani (seppur non giovanissimi come te) che intende dare a Tropea una vera prospettiva di novità. Il tuo entusiasmo  e la passione che trasuda dal tuo articolo lasciano sperare che un progetto di rinnovamento sia possibile. Tanti ragazzi, belle idee e voglia di fare ci sono. Presto dovremo trovare un punto di incontro e in quella occasione spero di vederti insieme a coloro i quali hanno la tua stessa voglia di dare una scossa al nostro bel paese.

Scriveva Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare”.

 

Sandro D’Agostino

 

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