Da Minsk, cittadina della Bielorussia, ai vigili del fuoco di Vibo Valentia.

Ricordati i sei Vigili, vittime del disastro di Chernobyl, che accorsero per primi a spegnere l'incendio del reattore

A distanza di vent’anni dal terribile evento ancora oggi sono gravi le malattie che colpiscono principalmente i bambini

 

di Vittoria Saccà

foto archivio tropeaedintorni.it

 

Tropea - Un messaggio di saluto è stato inviato dai vigili del fuoco di Minsk, cittadina della Bielorussia, ai vigili del fuoco di Vibo Valentia. A tale scopo Teresa Grimaldi, presidente dell’associazione Kuore, è stata ricevuta dal comandante provinciale dei vigili del fuoco Nicola Vilasi. In effetti, tramite Grimaldi, dalla Bielorussia si è voluto portare fino a qui il ricordo dei sei vigili del fuoco che vent’anni fa, accorsero per primi a spegnere l’incendio del reattore nucleare, causa di tanti disastri per quella terra.

La presidente dell’associazione Kuore, di ritorno da uno dei suoi tanti viaggi in terra di Bielorussia, dove si è recata insieme ad una delegazione composta da Clotilde Vallone, Antonella Scaccia, Caterina Russo, Domenico La Torre, Salvatore Caprera, Maria Barbara Zagari, Salvatore Gargano, Maria Concetta Condò, Antonino Barillà, Maria Carmela Gargano, Giuseppa Antonio Mamaone, Maria Teresa Gargano, Francesco Saturno, Giuseppe Orfanò, ha raccontato altri particolari del disastro avvenuto a Chernobyl e di come la gente del luogo vive ancora questo terribile evento. A parte il disastro ambientale, vi sono le malattie che colpiscono principalmente i bambini, la maggior parte affetta da leucemia. Ma quel che più fa riflettere nel suo racconto, è la paura viva nella gente che ancora oggi possa scoppiare anche il secondo reattore, quello che i vigili del fuoco, vent’anni fa, riuscirono a salvare dall’incendio.

Durante le manifestazioni per le celebrazioni dei vent’anni del disastro di Chernobyl, ha detto Grimaldi, la città sembrava a lutto, le strade erano deserte e quando a sera si è snodata una manifestazione di protesta relativamente al secondo reattore che pare non sia in una situazione di massima sicurezza, i manifestanti sono stati dispersi. Eppure, c’è in gioco la vita e il futuro della gente.

A distanza di vent’anni, la Bielorussia ancora sopporta le gravi conseguenze di un maledetto momento e se malauguratamente dovesse succederne un secondo analogo, sarebbe un disastro per molta più parte dell’umanità.

Nel suo incontro con i vigili del fuoco di Minsk, Grimaldi ha incontrato il comandante Igor Slanislvik, il quale, nel raccontare i particolari dei primi momenti del 26 aprile 1986, ha avuto parole di elogio per i primi sei vigili che accorsero a spegnere l’incendio per evitare che si propagasse anche al secondo reattore nucleare.

Sapevano bene a cosa andavano incontro, ma non esitarono a mettere in gioco la loro vita per salvare quella di tantissime altre persone. Quelle fiamme infernali non diedero loro scampo; vissero un paio di giorni tra atroci dolori per poi morire.

Eroi senza più tempo ormai, ma vivi nel ricordo dei loro compagni. Sono stati Vasciuk Nicolai, Ignetenko Vasili, Kabienok Voktor, Prajk Vladimir, Tetenok Nicolai, Tisciurop Vladimir.

Il comandante Slanislvik ha voluto inviare al comandante provinciale dei vigili del fuoco di Vibo Valentia,  Nicola Vilasi,  tramite Grimaldi, un ricordo dei sei vigili, affinché il loro atto eroico venga divulgato nel mondo e non venga dimenticato perché è stato grazie al loro sacrificio se il già grave disastro non ha assunto proporzioni ancora più rilevanti e pericolosi per l’umanità intera.

 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        luglio 2006