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Convegno nella sala del Museo DiocesanoUn fine umanista in prestito alla politica
L’impegno culturale di Francesco Felice D’Agostino

l’Accademia degli Affaticati, ha organizzato l’evento per ricordare le sue doti umani e politiche

 

di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino


Ricordato nella sala del Museo Diocesano, a poco più di un anno dalla morte, l’impegno culturale di Francesco Felice D’Agostino, personalità “con un cursus honorum prestigiosissimo in campo politico, culturale e sociale”, come ha evidenziato Pasqualino Pandullo, presidente dell’Accademia degli Affaticati, che ha organizzato l’evento. Le doti umani e politiche, ma soprattutto le numerose iniziative di carattere culturale dell’illustre professore di lettere e di lingue, che ha ricoperto anche la carica di presidente della provincia di Catanzaro e di assessore provinciale alla Cultura negli anni ’80, sono state testimoniate da Convegno nella sala del Museo DiocesanoMarcello Vitale, presidente della I sezione della Corte di Appello di Roma e poeta, da Gabriella Adamo, docente all’università di Messina, da Giusi Verbaro, poetessa e critico letterario, da Umberto Barone primo presidente del Centro Culturale di tropea, da Leopoldo Chieffallo, compagno di partito e suo successore come presidente della Provincia. Pandullo, che ha coordinato gl’interventi, ha sottolineato l’importante contributo del professore, quale socio fondatore, alla costituzione dell’associazione che ha fatto rivivere l’antica Accademia degli Affaticati mettendo in risalto l’appassionato impegno, nonostante l’età avanzata, per ogni iniziativa di carattere culturale. D’Agostino definiva la cultura “ricerca di perfezione attraverso la conoscenza di ciò che si è sperimentato nel mondo per diventare migliori, un guardarsi continuamente allo specchio per spingersi oltre ed esplorare un incredibile numero di territori possibili”. Appassionato e commosso il ricordo del magistrato, legato a D’Agostino da rapporti personali basati anche su affinità culturali e amore per la poesia. “Un fine umanista in prestito alla Convegno nella sala del Museo Diocesanopolitica, un convinto meridionalista con sguardo rivolto ad orizzonti mitteleuropei e cosmopolitici, un uomo dalla profonda sensibilità umana”, è stata la definizione con cui ha sintetizzato lo spessore della sua personalità. Promotore, come presidente della Provincia, della rivista “La Provincia” di Catanzaro, ha ancora ricordato Vitale, volle valorizzare i poeti calabresi tra cui Franco Costabile e Lorenzo Calogero cui dedicò delle monografie e fece istituire in diversi paesi della Calabria centri popolari del folklore. Di grande rilievo la II edizione del Premio Montale da lui organizzata nello splendido scenario dell’hotel Rocca Nettuno di Tropea alla presenza di prestigiosissimi intellettuali, critici e poeti italiani e stranieri. L’evento, riproposto da un filmato preso dall’archivio della Rai regionale, ha segnato l’inizio della lunga amicizia con la professoressa Adamo, che nel suo intervento ha rimarcato la straordinaria vitalità culturale di D’Agostino e il suo impegno nel progetto di ristrutturazione del centro storico tropeano. Anche la poetessa Verbaro, che ha aderito per quasi dieci anni alle iniziative culturali del professore, lo ha ricordato quale Convegno nella sala del Museo Diocesano“organizzatore di incontri, tavole rotonde, dibattiti, premi letterari, negli anni in cui la situazione culturale della Calabria offriva un panorama desolato e la poesia calabrese era dispersa e disconosciuta”. Un excursus del percorso umano e politico di D’Agostino è stato tracciato da Umberto Barone che ha sottolineato soprattutto “la sensibilità ai problemi sociali e la vicinanza alle persone umili” facendo anche un elenco delle numerose iniziative che hanno arricchito culturalmente il territorio della Calabria. Leopoldo Chieffallo, commosso per le immagini dei filmati che hanno riproposto momenti importanti dell’impegno culturale del suo “maestro” e che “hanno rispolverato nella memoria ricordi incancellabili” ha dichiarato che cercherà di “trovare la formula per rifare la rivista fondata da D’agostino”, per come suggerito dalla Verbaro.

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