Intervista a Silvio Greco neo Commissario dell'ICRAM

 

di Vittoria Saccà

foto archivio tropeaedintorni.it

 

Ai margini della cerimonia della consegna del prestigioso riconoscimento della Paul Harris Fellow al prof. Silvio Greco, neo commissario dell’ICRAM, conferitagli dal club Rotary di Nicotera Medma sotto la presidenza del prof. Rocco Calabrò, all’uomo che  durante la trasmissione a Linea Blu di Rai Uno è stato citato da Pecoraro Scanio e definito uno dei più grandi scienziati del mondo, abbiamo chiesto una sua riflessione sul disastro avvenuto nella zona marina di Vibo Valentia, sull’erosione delle coste, sull’inquinamento marino.

-Qual è stata la sua prima impressione su quanto è avvenuto nella zona marina di Vibo Valentia?

“La mia impressione è di una situazione molto grave. Ho piacere che il governo centrale ha dato ad Agazio Loiero, presidente della Regione, il compito di coordinare le attività per l’emergenza.

È un’emergenza in qualche modo annunciata perché noi ormai da decenni trattiamo il nostro territorio con incuria non pensando agli sviluppi normali delle costruzione e delle attività ritenendo che ognuno possa fare quello che vuole; in realtà il territorio poi risponde con queste tragedie. Per molti versi è una tragedia annunciata.

-Un evento del genere potrebbe verificarsi una seconda volta?

“Assolutamente si, anche perché questo evento che non è straordinario,  è un evento naturale abbastanza comune e anche ammettendo che si possa ripetere come evento straordinario, è sempre colpa dell’uomo che non si rende conto dei meccanismi che stanno variando, anche con questo tipo di forme meteorologiche perché noi abbiamo cambiato l’ecosistema. In ogni caso si può ripetere benissimo, e questa è stata la prova provata che se non s’interviene subito con una riqualificazione del territorio, si può ripetere anche nel corso di questa stessa estate.

-Quali provvedimenti bisognerebbe prendere nell’immediato?

“È necessario lanciare un piano di caratterizzazione ambientale. Nel momento in cui la protezione civile sta lavorando per una forma di civile convivenza dei cittadini, è necessario caratterizzare l’ambiente, e in particolare l’ambiente marino e l’ambiente costiero.

-L’erosione delle coste è un problema di emergenza per la nostra Calabria, in che modo si deve intervenire?

“L’erosione costiera non è solo un problema per la nostra regione, è attualmente un problema per oltre il 60 per cento delle coste nazionali; se lei pensa che abbiamo 8.000 chilometri di coste! In Calabria, nella costa tirrenica calabrese e in particolare nella provincia di Vibo,  abbiamo una serie di grosse problematiche; se non s’interviene con un piano generale che coinvolga almeno quattro o cinque regioni tirreniche e lavorare di concerto, non si arriverà a nulla perché gli aspetti positivi  per quanto riguarda la risestimazione della zona costiera nascono solo se si fa un gioco di squadra. Gli interventi puntuali, gli interventi a pioggia, non fanno altro che pregiudicare la funzionalità delle coste e in alcuni casi peggiorare la situazione. 

-C’è speranza per il futuro di questa nostra Calabria?

“Si. Io tra l’altro sono stato incaricato di recente dal presidente Loiero di coordinare un gruppo di quattro saggi, che sono le massime autorità italiane in materia di biologia marina e di gestione integrata della fascia costiera. Noi presenteremo entro breve una serie di linee che il presidente ha garantito saranno inserite nei Por, anche perché questo tipo di azione non si fa  in un giorno, bisogna lavorare su un piano che sia almeno decennale, è chiaro quindi non con i tempi della politica. Sono molto ottimista rispetto alle possibilità di poter innescare  un meccanismo virtuoso che per una regione votata al turismo, l’erosione costiera e l’inquinamento marino, sono le priorità.

-Che tipo d’inquinamento è stato registrato nel nostro mare?

“Per fortuna da una parte, abbiamo solo un inquinamento di carattere antropico, più di sporcizia. Non abbiamo inquinamenti chimici, né industriali. La maggior parte dei mari calabresi sono esenti da questo tipo d’inquinamento. È evidente che anche il mare sporco è un problema.  So che si sta lavorando molto per sistemare le emergenze. Il Commissario per l’emergenza e l’Assessore regionale all’ambiente stanno lavorando molto sui piani di collettamento dei depuratori e in particolare per far funzionare gli impianti. In effetti il vero grande problema della nostra Regione è nel far funzionare l’esistente. Noi dobbiamo investire nella corretta gestione degli impianti.

Anche su questo, il gruppo formato da questi saggi formulerà delle risposte operative da inserire nei Por 2007. E’ chiaro che senza gli opportuni finanziamenti, con le parole non si risolverà né il problema dell’inquinamento e né dell’erosine.

 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        luglio 2006