Ospedale TropeaLitotrissia extracorporea

Presso il presidio ospedaliero cittadino, è possibile effettuare il trattamento della calcolosi dell’apparato urinario

Il dott. Giuseppe Rodolico è il responsabile dell’U. O. di Urologia di Tropea

 

di Vittoria Saccà

foto Salvatore Libertino

 

Tropea - Dall’inizio del mese di ottobre, presso il presidio ospedaliero cittadino, è possibile effettuare il trattamento della calcolosi dell’apparato urinario attraverso una delle più avanzate rivoluzioni terapeutiche in campo urologico, ovvero con la litotrissia extracorpoprea, trattamento che completa la gamma di tutte le opzioni terapeutiche in questo campo.

Realizzato grazie all’impegno del direttore generale dell’Asl di Vibo Valentia Francesco Talarico, il servizio di litotrissia extracorporea, è una svolta  importante nel trattamento dell’urolitiasi e  viene considerato dagli esperti  come la metodica più rispondente nella ricerca della maggior parte dei calcoli reno ureterali, che consiste nell’applicazione in urologia delle onde d’urto o onde di pressione.

Giuseppe RodolicoPresso il presidio cittadino, ad occuparsene è il dott. Giuseppe Rodolico responsabile dell’U. O. di Urologia; a lui abbiamo chiesto maggiori spiegazioni sulla nascita della litotrissia. 

“Nel 1963 i fisici della Dornier, una modesta casa tedesca impegnata nelle ricerche aerospaziali – ha risposto Rodolico dimostrando di possedere una specifica conoscenza storico - scientifica in merito – hanno notato che i caccia supersonici, al rientro dai voli di addestramento, presentavano piccole ma ben precise deformazioni cavitarie a carico della cabina di pilotaggio. In sostanza l’onda d’urto, provocata nel superare il muro del suono, in caso di pioggia, veniva riflessa dalla miriade di goccioline di acqua, depositatesi sulla carlinga, verso l’interno del velivolo. Intelligente e acuta osservazione applicata in campo scientifico nel 1972 quando hanno preso l’avvio le prime sperimentazioni che hanno portato alla creazione di sistemi di generazione di onde d’urto. Otto anni dopo – ha proseguito il responsabile dell’U.O. - presso l’Università di Monaco di Baviera, è stato eseguito il primo trattamento sull’uomo mentre nel 1985 il fenomeno si fa strada anche in Italia e precisamente nei primi tre centri di Firenze, Milano e Roma”.

In tema di indicazioni di trattamento la litotrissia extracorporea ad onde d’urto ( E.S.W.L.), che vuol dire appunto frantumazione con terapia strumentale extracorporea, si è dimostrata in grado di assolvere a circa 80% dei casi di calcolosi reno ureterale, mentre il 20%  può costituire parte di un programma integrato di approccio alla litiasi in cui si associano manovre endourologiche o la chirurgia a cielo aperto.

“E’ anche vero – ha aggiunto inoltre Rodolico -  che esistono dei fattori che influenzano il risultato del trattamento con la litotrissia, sono: le dimensioni e la composizione chimica del calcolo, la sede topografica e i fattori anatomici. Quanto alla dimensione del calcolo bisogna tener conto che esiste una relazione inversamente proporzionale fra il volume del calcolo e la percentuale  di risultato favorevole dopo il trattamento. In riferimento alla composizione chimica c’è da considerare che più fragile è il calcolo e più efficace risulterà il trattamento. Ad esempio: i calcoli di calcio ossalato monoidrato e di brusite sono, infatti, particolarmente duri per cui si frammentano con difficoltà. La sede dei calcoli, invece, influenza il successo terapeutico attraverso una percentuale di eliminazione totale che, nei trattamenti per calcolosi renale decresce andando dalla pelvi, ai calici superiori, medi ed inferiori. Nell’uretere la percentuale di successo è elevata per i calcoli situati nella regione lombare o pelvica.”

Rodolico ha anche sottolineato che esistono delle serie controindicazioni delle quali occorre tener debitamente conto. Le controindicazioni “assolute” al trattamento E.S.W.L. sono rappresentate dalla gravidanza e dai gravi disordini legati alla coagulazione; quelle “relative” sono dovute alla obesità da scoliosi di alto grado, alla bassa statura, alla coesistenza di patologie dell’aorta addominale e alla presenza di stimolatori cardiaci.

Comunque, ha concluso che da ben 20 anni dall’introduzione del  E.S.W.L, l’incidenza di complicanze nel nutrito armamentario terapeutico della calcolosi  reno ureterale è molto bassa, grazie anche alle corrette indicazioni di trattamento.                 

La litotrossia  extracorporea viene eseguita due volte al mese, in regime di day hospital, e senza  anestesia. In talune eccezioni può essere praticata una premedicazione che, comunque, consente l’esecuzione ugualmente in day hospital.  

 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        novembre 2006