Da 20 anni turista in Calabria

Tropea “pericolosa” come una amante

Il profumo della zagara, le Isole Eolie e lo Stromboli fumante al tramonto, ed il rumore del mare, hanno stregato la nostra amica Canadese
 

di Denise Dufresne



Galleria dopo galleria, paese dopo paese, da Napoli, il treno filava verso Reggio, quando all'improvviso mi apparse dal finestrino destro, un mare azzurro, mentre dal sinistro le montagne verdi.  Di passaggio a Milano, Roma, Sorrento, ogni volta che esprimevo il desiderio di voler visitare la Calabria, immancabilmente la risposta era sempre la stessa, seguita dal commento : "Una donna, signora, non può andare sola in Calabria. È pericoloso!!" Mi domandavo cosa volessero significare per “pericoloso”, mica ci sono i cannibali là, no? Poi una sera, un ragazzo di Bagnara incontrato in un caffé fiorentino mi aveva rivelato : "La gente racconta troppe stupidaggini sulla Calabria, signora! Andate a Tropea e troverete un mare stupendo, gente simpatica, calda ed accogliente".

Dal primo istante che ho messo i piedi fuori del treno alla stazione di Tropea, ho avuto l'impressione che questa terra, non avrei mai la voglia di lasciarla. Il profumo della zagara nell'aria, il sole che illuminava le strade strette del centro storico, la vista caratteristica della Madonna dell'isola, le Isole Eolie e Stromboli fumante al tramonto, il rumore del mare, la cipolla rossa, il bergamotto, la 'Nduja mi hanno stregato subito. Immediatamente si sono create amicizie profonde con i Tropeani, amicizie che mantengo ancora oggi. Passeggiando per i vicoli, cantando gli ultimi successi di San Remo, chiacchierando del più e del meno attorno ad un cappuccino in piazza, o facendo un bagno al mare, tutto mi piaceva. Mi ricordavo le parole del ragazzo di Bagnara e pensavo di aver fatto bene ad ascoltarlo e non capivo ancora perché si dicesse che la Calabria fosse pericolosa per una donna sola.
Sono rimasta due settimane indimenticabili e tutto l'inverno l'ho passato in Canada a meno 30 gradi, con i due piedi nella neve, guardando le foto ricordo sognando solo una cosa, ritornare a Tropea a primavera.

La seconda volta mi sono fermata sei settimane ed ho scoperto un altro aspetto di Tropea. L'ho voluta conoscere meglio. Ho incontrato altre  persone, certe meravigliose ed altre un po' di meno. Ho scoperto persone aperte, visionarie, che hanno tentato con molta generosità e fantasia di portare alla città, attività nuove, altre completamente deluse di dover andare avanti con qualsiasi progetto. La terza volta sono arrivata in autunno quando gli ultimi turisti approfittano dei raggi più deboli di sole e Tropea si svuota piano, piano. Uno dopo l'altro i negozi chiudono, i turisti partono e la gente locale si ritrova in piazza a raccontarsi le storie vissute o sentite in giro durante l'estate, in modo da fare durare il piacere e l'euforia della bella stagione ancora qualche giorno. C'è una specie di malinconia nell'aria, un vento freddo quasi minacciante che ti spinge a tornare a casa.
Questo mio amore per Tropea dura da 20 anni e la sola cosa che ho trovato pericolosa per una turista in Calabria è stata di affezionarcisi troppo, come ad un amante. Uno di questi giorni vorrei fare una prova di rimanerci le quattro stagioni per vedere se ci si vive bene tutto l'anno o se Tropea vive solo d'estate.
 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        aprile 2006