Imminente l’uscita del film Non per tutti è Natale

Franco Cimino, dopo la musica e il teatro ecco il cinema

Uno dei principali protagonisti si confessa ancora molto innamorato della canzone. Ciò nonostante, grazie alla sua esperienza di attore teatrale, è riuscito a interpretare un ruolo difficile dalle forti emozioni umane e sociali.

 

di Bruna Fiorentino

foto Salvatore Libertino

 

Tropea –  Sta per uscire il nuovo film della Trophaeum Movie Non per tutti è Natale. Abbiamo intervistato Franco Cimino, protagonista insieme a Maria Grazia Teramo. Questo artista, tropeano doc, non è nuovo nel panorama dello spettacolo, anzi ha un considerevole curriculum come cantante ed una discreta esperienza come attore teatrale. Nessuna di queste passioni ha potuto realizzare come professionista ma la partecipazione a questo film è una testimonianza delle sue innate capacità artistiche.

Domanda - Qual è la sua opinione sui contenuti del film?

Risposta - Il contenuto rispecchia gli aspetti e parte della realtà del sud. Lo si può accostare ad un neorealismo lacerato da una comune problematica: il lavoro. Le sfumature raccontano la vita semplice di una famiglia alla ricerca di una dimensione, ma il tormento dell’attesa genera l’ombra di una costante malinconia.

D - Come protagonista si è sentito molto responsabile nell’interpretare un ruolo di un personaggio che ha lottato veramente per sopravvivere?

R - Oggi posso dire serenamente che il personaggio di Francesco, da me interpretato, mi ha dato una forte emozione ed un grande riscontro più che una responsabilità. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo quando anch’io, come tanti altri, ho dovuto lottare per un posto di lavoro.

D - Ci ricordi un momento della lavorazione in cui si è trovato in difficoltà.

R - Più che di difficoltà personali, direi di mezzi a disposizione, visto che l’associazione Trophaeum, come al solito, ha dovuto autofinanziarsi per poter realizzare il film. Sappiamo che senza un aiuto economico i sacrifici e gli ostacoli sono sempre doppi. L’altra difficoltà è stata quella di rivivere l’incubo di alcune promesse non mantenute e lo stato d’angoscia  nel rivedere scene vissute sulla propria pelle.

D - Il cinema italiano è in crisi: colpa delle superproduzioni americane o mancanza di idee dei nostri artisti?

R - In crisi è, secondo me, il cinema in generale, ma questo non importa ai grandi colossi americani che mirano al commercio e non alla qualità dei contenuti. C’è da aggiungere che il mercato è cambiato, la tv ha portato il cinema in casa e, per esigenze di botteghino, si punta sulla quantità. Restano pochi i film realizzati da grandi maestri che lasciano quella forte sensazione di una straordinaria idea.

D - C’è stata un’emozione particolare nell’ essere sul set con sua figlia?

R - Nessuna emozione particolare, solo la premura che lei facesse bene. E’ stata la prima volta e mi auguro non sia l’ultima.

D - Consiglierebbe a sua figlia di fare l’artista?

R - Più che consigliare le direi semplicemente che il teatro, la musica ed il cinema danno la possibilità di essere molto di più di quello che sei, di esternare ciò che hai dentro, trasmettendo forti emozioni incancellabili.

D - Qual è il momento del film che le è piaciuto di più e qual è il più importante?

R - Il momento del film da me preferito è, senza dubbio, il dialogo in cucina tra Francesco e Rosaria, dalla fotografia neorealistica e dalle sfumature pirandelliane. Il momento del film più importante credo sia il finale, “la scelta”. Nella vita ci sono dei valori che vanno al di là dei compromessi, uno di questi è la dignità e molte persone ancora ci credono.

D - Lei ha dietro le spalle un periodo di grandi soddisfazione come cantante, come attore di teatro e ora anche di cinema. Di queste tre carriere quale avrebbe preferito seguire?

R - Il teatro mi ha dato la possibilità di trasmettere al pubblico una forte carica emotiva e di poter proporre, in passato, alcune problematiche del sud in chiave comica. Mi è stata data    l’opportunità in Non per tutti è Natale di interpretare Francesco, una grande esperienza che non avevo mai provato prima. Ma se dovessi scegliere, l’istinto mi riporta al primo grande amore che è la canzone. Grazie alle note musicali, potevo esternare con la forza della voce sentimenti e brividi. Dentro rimane il meraviglioso ricordo di quegli anni, quando ancora piccolo, rincorrevo il sogno della vita: diventare cantante e lasciare qualcosa di indelebile.


 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

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