Istituzioni educative e culturali a Tropea

Istituzioni culturali prima del Novecento

di Domenico Pantano Preside a riposo del Liceo-Ginnasio Statale “P. Galluppi”  e del Scientifico”Fratelli Vianeo” di Tropea 

Tropea vanta antichissime tradizioni culturali, anche se non vi corrispondono istituzioni pubbliche scolastiche, con la finalità specifica di promuovere l’istruzione e la cultura delle masse popolari.
In particolare in alcuni periodi, si riscontra un’intensa e fervida vita culturale, che creò l’ambiente adatto per la nascita e la formazione di uomini illustri nelle lettere, nelle scienze e nelle arti.(1) 
Prima del 1400, le scuole annesse al Capitolo Cattedrale, alle parrocchie e ai conventi. impartivano  un’istruzione minima a pochi privilegiati

-L’Accademia degli “Affaticati

La prima istituzione a carattere culturale, di cui si ha conoscenza, sorge a Tropea verso la metà del 1500: è la famosa “Accademia degli Affaticati”, che ebbe all’inizio per stemma il globo celeste. Esso fu poi sostituito da una nave in tempesta, che recava il motto di Ovidio: “Indefessus agendo”. (2)
L’Abate tropeano Francesco Sergio(1642-1720), che fu socio dell’Accademia, così spiega il significato: ”…Exornari voluere titulo “l’Affaticati”, nimirum virtutum ac scientiarum honorato labore amantes”, (3)
Ricorda anche le varie iniziative culturali del suo tempo, che miravano, non solo ad esercitare nell’arte oratoria e poetica, ma anche a stimolare all’esercizio delle virtù ed ad una sana emulazione per l’elevazione dell’animo e per raggiungere l’immortalità.
L’Accademia soleva riunirsi una volta al mese, nelle solennità civili e religiose ed era aperta al pubblico.
Sua prima sede fu il Convento dei Conventuali -l’edificio che attualmente ospita il Liceo Scientifico- e poi si trasferì nelle sale del Ginnasio del Collegio dei Gesuiti.
Si declamavano poesie e si leggevano saggi letterari, filosofici e scientifici.
Famosa era la cosiddetta “Coronale”, una composizione poetica, che s’improvvisava in questo modo: il presidente dell’Accademia declamava il suo sonetto e l’ultimo verso doveva essere il primo del poeta, che, seduta stante, doveva comporre il secondo sonetto. In tal modo l’ultimo verso del secondo sonetto era la chiave di volta, il primo verso del terzo e così di seguito. Si aveva così una poesia ”a corona”, “a catena”, che stimolava gli ingegni e l’inventiva poetica.
Nelle feste l’Accademia si riuniva alla conclusione della processione, con la partecipazione del popolo; i soci si distribuivano presso il presbiterio ed uno di loro teneva il panegirico.
Spesse volte tenne il discorso accademico il filosofo Pasquale Galluppi, socio dell’Accademia.
Si ricorda in particolare il discorso da lui tenuto nella chiesa dei Gesuiti, già da allora affidata ai Padri Liquorini, nel 1816, in occasione della Beatificazione di Sant’Alfonso.
Il discorso ebbe vasta risonanza nel mondo della cultura del tempo, poiché per la prima volta un filosofo italiano affrontò il problema del Sensismo di Condillac, aprendo la filosofia italiana al pensiero europeo.(4).
Curiosa era la cosiddetta “Camarra”, una poesia popolare, che prendeva il nome della cinghia, che tiene legata la museruola con la testa del cavallo, in modo che esso non possa muovere il capo. In senso figurato veniva a significare “il marito, che si fa dominare dalla moglie.”
Il presidente in un sonetto prendeva in giro il Galluppi, il quale si faceva “Camarrare”, ma lui non se ne accorgeva neanche, perché immerso nelle sue elucubrazioni filosofiche.
L’Accademia curò anche la rappresentazione di commedie come il “Trionfo di Amore”del Canonico Ottavio Glorizio avvenuta il 24 settembre del 1600. (5)
Famosa fu anche la “Schola Cantorum”, una scuola musicale, che disponeva di voci bianche naturali. e quindi  -annota un cronista del tempo- non era necessario ricorrere agli eunuchi.
Si distinsero nella poesia i fratelli Benedetto e Giovanni Battista Caivano(6).

 -Chirurgia nasale plastica

Nella chirurgia plastica si distinsero i fratelli Vianeo al cui nome fu intestato il locale Liceo Scientifico, i quali crearono una tradizione a Tropea,
Si resero celebri per la capacità di innestare e ricostruire labbra e nasi mutilati i fratelli Paolo e Pietro Boiano.
Ci rimane un’interessante relazione sulla tecnica da loro usata in una lettera dell’umanista Camillo Porzio scritta da Tropea il 9 luglio 1561: “…il quale naso, la Dio mercé, l’ho quasi recuperato e tanto simile al primo, che da color che non sapranno, difficilmente potrà essere conosciuto”. Continua descrivendo la tecnica usata: “…ben è vero che ci ho patiti grandissimi travagli. Essendo stato bisogno che si tagliasse nel braccio sinistro duplicata carne della persa, dove si è curata per più di un mese, e poi me l’ha cucita al naso col quale mi è convenuta tenere attaccato il predetto braccio. Questa è un’opera incognita agli Antichi”(7).

-Il Collegio di Studi Superiori dei Gesuiti   

Grande importanza e meritata rinomanza ebbe a Tropea il Collegio aperto dai Gesuiti (1594), che con gli studi di grammatica, retorica (3 anni), umanità (2 anni). logica e teologia (4 anni), richiamava giovani desiderosi di apprendere da tutta la Calabria, tanto che Tropea meritò allora l’appellativo di “Atene delle  Calabrie”.
Il Collegio dei Gesuiti era obbligato a pagare la retta annuale a sei alunni del seminario, così come aveva stabilito in un legato per la fondazione di quella casa religiosa il benefattore Quinzio Buongiovanni.
Il Collegio fu chiuso nel 1773, in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, e i Gesuiti dovettero abbandonare Tropea.(8)
Questo fervore di studi non poteva non adombrare la miope suscettibilità delle autorità politiche del tempo, le quali vedevano nella cultura il pericolo della nascita di spiriti liberi.
Infatti – annota Scrugli-dal governo viceregnante eran le lettere tenute oppresse e l’Accademia soltanto tollerata.
Nel 1612   “…non avendo il viceré di Napoli Don Pietro di Castro il danaro a costruire il Palazzo degli Studi (per l’Accademia) e non avendoli a pagare i presidii di Toscana vendette Tropea al principe di Scilla.” Il contratto fu rescisso il 13 novembre 1613 e, a memoria dell’evento, fu scolpita come ex-voto la statua della Madonna della Libertà
La decadenza si accentuò a causa del terremoto del 1783, tanto che il Galanti nella Relazione sulla Calabria Meridionale, dopo il terremoto del 1783, scrive: “Tropea squallidissima, ricca soltanto di sessanta famiglie nobili consacrate all’ozio.”(9)

 - Il Seminario Vescovile

Altra istituzione, che ebbe un benefico influsso sulla cultura, fu il seminario vescovile.
Fondato nel 1618 dal vescovo Fabrizio Caracciolio, fu dotato di diversi beni durante i secoli,(10) in particolare da mons. Figueroa, il quale conferì dignità agli studi e alla vita  interna del sacro istituto, nominando nel 1687 i responsabili per la disciplina e per l’amministrazione temporale.. Il Campesi (che scriveva nel 1736 – annota Taccone Gallucci) tramanda che gli  alunni, prima di essere ammessi,  erano esaminato dal maestro di canto della cattedrale per verificare “… l’attitudine alla salmodia, poiché lo scopo del nascente e piccolo convitto era di allevare buoni giovani al servizi del Coro” (11)
Fra i benemeriti del suo sviluppo è da considerare il Vescovo Felice Paù (1751-1782), tanto da essere definito il secondo fondatore” del seminario.(12). Infatti costruì un’altra ala, fra la cattedrale e il seminario, con un’artistica cappella, che ancora esiste, e servizi igienici decenti.
Rivelando grande sensibilità culturale ed educativa, costituì un corpo docente di alto livello. Diede infatti l’incarico della direzione al dotto Giovanni Andrea Serrao da Filadelfia(diocesi di Mileto), finché questi non fu eletto professore dell’Università di Napoli e poi Vescovo di Potenza. Fra gli insegnanti era anche il Vicario Oronzio De Bernardis insigne naturalista. Davano fra gli altri lezione, il letterato Francesco Ungano, Sacerdote Tropeano (uomo nel latino e nell’italiano versatissimo, al dire di Capialbi), ed il distinto matematico e filosofo Giuseppe Antonio Ruffa, Prefetto della Regia Biblioteca e membro dell’Accademia di Scienze e Lettere di Napoli . L’impegno del Vescovo Paù per il giovane clero era ovunque celebrato. Il Pratili nella sua eruditissima storia della Metropolitana di Capua, dedicandola al nostro Prelato celebra: “Il ben regolato Seminario di Tropea, già prima dell’in tutto dismesso, a mercé le sue cure ridotto al termine, con farsene  agli 8 Giugno 1756 la solenne apertura” (Napoli 1760)(13)
Studiò in Seminario anche l’illustre filosofo Pasquale Gallluppi, il quale poi fu fra i docenti, fino alla sua nomina all’Università di Napoli.
Altro Vescovo, che diede impulso agli studi, nella particolare cura Seminario, fu mons. Michelangelo Franchini (1832-1854), del quale annota il Capialbi: ”I Seminari furono provvisti di abili maestri, la parte amministrativa ed economica fu migliorata,e si popolarono di giovinetti studiosi, speranza e delizia del Clero Nicoterense e Tropeano”(14)
Si distinse per sensibilità culturale e profondità e vastità di dottrina il dotto Vescovo Benedettino mons. Luigi Vaccai(1871-1887), autore di diversi saggi agiografici, morali e teologici, fra cui il famoso e monumentale trattato in latino sull’Assunzione.(15). Per l’educazione dell’infanzia fondò un Asilo, che ebbe lo scopo “di promuovere lo sviluppo armonico delle facoltà fisiche, morali ed intellettuali dei bambini di ambo i sessi, di ogni classe e condizione”(16).
Riorganizzò gli studi in Seminario, affidando l’insegnamento a docenti di alto prestigio.
In quel periodo si formarono insigni latinisti e grecisti, fra i quali mons. Loiacono, il quale collaborò col Bonazzi. alla stesura ed alla correzione delle bozze del famoso Vocabolario Greco-Italiano e fu anche Vicario Generale del Bonazzi a Benevento e, poi, vescovo di Ariano Irpino.
In questo clima culturale e di grande sensibilità umanistica del Seminario, crebbe e si formò il Canonico Cantore don Francesco Tranfo, che si esprimeva agevolmente in accenti virgiliani e ciceroniani, come testimoniano le molte lapidi da lui dettate, che ancora si conservano nella concattedrale di Tropea
Grande impulso ebbe anche il Seminario nel Novecento con i Vescovi Taccone-Gallucci (1891-1908), illustre storico della storia della chiesa calabrese (17), mons. Giuseppe Leo (1910-1920), mons. Felice Cribellati (1921-1952), mons. Agostino Saba (1953-1961) e mons. Giuseppe Bonfiglioli(1961-1963).
Periodo di grande fervore spirituale e culturale fu quello, in cui fu  rettore il Servo di Dio don Francesco Mottola (1928-1942).
Fra i meriti del santo e dotto prete tropeano ricordiamo l’alto concetto che egli ebbe della cultura e dell’importanza della stampa. 
Infatti avviò gli alunni all’esperienza giornalistica, con il giornaletto “Cor Cordium” -il cui primo direttore fu il seminarista Emilio Frangella- il futuro fondatore della gloriosa rivista “Calabria Letteraria”.
Certamente quella prima esperienza gli fu utilissima  e  a  don Mottola va riconosciuto il merito di avere individuato le capacità e le inclinazioni di questo piccolo  “giornalista in erba”
Il Seminario venne completamente ricostruito da mons. Agostino Saba (1953-1961), il quale affidò la direzione al latinista Mons. Francesco Aloise.
Rinomato studioso della Storia della Chiesa (monumentale è la Storia dei Papi) e Bibliotecario dell’Ambrosiana, volle costituire un corpo docente professionalmente preparato.
A questo scopo –cosa nuova e, nella maggior parte dei casi, inconcepibile e controcorrente per i vescovi meridionali- incoraggiò i sacerdoti a conseguire i titoli nelle Università Statali..
Infatti fece scrivere alla Facoltà di Lettere Classiche l’allora giovane sacerdote -il sottoscritto Domenico Pantano- (18), che resse il Seminario fino alla sua chiusura, con l’aggregazione della diocesi di  Nicotera e Tropea alla diocesi di Mileto “in persona episcopi” con il vescovo di Mileto mons, Vincenzo De Chiara (1973-1979) avvenuta nel 1973 (19)
Le diocesi di Nicotera e Tropea, durante l’episcopato di mons. Domenico Cortese, furono definitivamente fuse con la diocesi di Mileto, formando un’unica diocesi denominata di “Mileto-Nicotera-Tropea” il 30 settembre 1986.(20)       
Il Seminario assolse anche a un’opera di “supplenza”, in un periodo in cui esistevano le sole scuole elementari di appena cinque classi, attraverso il cosiddetto “esternato(cioè la possibilità di frequentare gli studi anche ad esterni), dando l’unica possibilità ai figli provenienti da ceti popolari  di accedere agli studi.
Infatti buona parte dei professionisti di Tropea e dintorni, fino all’istituzione delle Scuole Medie Statali, provenivano dalla frequenza degli studi in Seminario, come “interni” o come “esterni”.

-LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE PUBBLICHE NEL NOVECENTO

Gli studiosi della storia locale giustamente si pongono il problema, come mai, nella “aristocratica” Tropea, le istituzioni scolastiche pubbliche tardarono ad affermarsi, a favore delle scuole private, che erano appannaggio dei pochi privilegiati figli delle famiglie aristocratiche.
Il problema è posto con realismo in questo vivace e divertente dialogo:

-Professor Pietropaolo, ma perché a Tropea le scuole(private) nascono come funghi?

-“Perché gli amministratori, che vantano questo paese come civile e blasonato, sono gli stessi che respinsero indignati l’istituzione della sesta elementare. Fecero addirittura ricorso al Consiglio di Stato”.

-Nientemeno. Sarei curioso di conoscere le ragioni giustificative della tesi municipale.

-Eccole. Come si è permesso il Governo di infliggerci questa onta? Tentare di imporre una sesta a Tropea? Ignora forse il Governo che questa è la patria del Galluppi, e non una terra di ignoranti? Furono accontentati.(21)
Si tirò così avanti con la sola scuola elementare di cinque anni.
L’esigenza di una scuola media veniva vivamente avvertita ed alla insensibilità delle pubbliche istituzioni, fece opera di supplenza l’iniziativa privata, che naturalmente escludeva i ceti non abbienti.
Si resero benemeriti della cultura e della cittadinanza i fratelli Consalvo e Antonio De Mendoza, i quali nel 1929 istituirono la Scuola Media(i primi tre anni del Ginnasio),  che ottenne la parifica, per passare nel 1948 a Sezione Staccata del Ginnasio Statale di Nicotera. 
Ottenne l’autonomia nel 1950
Gli stessi De  Mendoza nel 1940 fondarono il Ginnasio (quarta e quinta ginnasiale) ,  che dal 1948 fu sezione staccata del Ginnasio  Statale di Nicotera.
Nel 1951 si aggiunsero le classi liceali, come sezione staccata del Liceo Classico Statale “M. Morelli” di Vibo Valentia.
Finalmente nell’anno scolastico 1953-54 il Liceo-Ginnasio, con le cinque classi di corso completo, ottenne l’autonomia e con apposito Decreto del Ministro della P. I. Scaglia(5.6.1954) venne accolta la proposta del Collegio dei Professori per l’intestazione dell’Istituto al filosofo Pasquale Galluppi, deliberata nella seduta del il 17 dicembre 1953m con la seguente motivazione: “Il Preside fa notare che la città di Tropea annovera fra i suoi figli migliori il grande filosofo P. Galluppi, onore e vanto della terra di Calabria, propone pertanto di votare questo illustre nome per l’intitolazione del Liceo-Ginnasio di Tropea. Con molto entusiasmo tutto il Collegio dei Professori approva all’unanimità la proposta del Preside, per cui si decide di intitolare il Liceo di Tropea all’egregio nome del filosofo tropeano P.Galluppi”  (22)

-Istituzione della Scuola Media Unica e nuovi istituti superiori 

L’istituzione della Scuola Media  Unica Obbligatoria  aprì le porte delle scuole superiori alle massi popolari.
Si avvertiva perciò l’esigenza di offrire una più ampia possibilità di scelta, al di là dell’unica via del Liceo Classico.
Venne così istituito l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato (IPSIA), che ebbe vita breve per il limitato numero di alunni.
Seguì l’Istituto Professionale per il Commercio come sezione staccata di Vibo Valentia. Esso ottenne l’autonomia il 10 settembre 1980.
Altro istituto, che rispondeva alle esigenze della popolazione scolastica è il Liceo Scientifico, il quale, a partire dall’anno 1969-70, iniziò come sezione staccata del Liceo Scientifico di Vibo Valentia. Ottenne l’autonomia il 1° ottobre 1974 e venne intestato ai “Fratelli Vianeo”, gli antesignani della chirurgia plastica, dei quali abbiamo fatto cenno sopra.
Fu anche istituita una sezione staccata dell’Istituto Professionale Femminile di Vibo, che, dall’anno 1981-82 si è trasformata in Corso per Accompagnatori Turistici, che sembra rispondere meglio alle richieste di mercato della zona, che si ò aperta al flusso turistico interno e internazionale.
E’ stato anche istituito un corso di Istituto Alberghiero  annesso all’Istituto Professionale per il Commercio.
Con la riforma per la “razionalizzazione” della rete scolastica è stato creato a Tropea un Istituto Superiore Comprensivo, che ha aggregato al Liceo Classico, il Liceo Scientifico, l’Istituto Professionale per il Commercio ed i corsi per Accompagnatori Turistici ed Alberghiero, a partire dal 1° settembre 2000.
E’ da ricordare, infine, come benemerita istituzione culturale, il “Centro delle Tradizioni popolari e del Folclore”, istituito dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, nel periodo in cui fu Presidente il  Prof. Felice D’Agostino, che opera dal 1980.
Esso svolge attività di promozione e divulgazione della cultura calabrese, offrendo anche adeguati strumenti di documentazione bibliografica con una aggiornata biblioteca, i cui testi sono a disposizione della popolazione scolastica e del pubblico.

CONCLUSIONE

Tropea quindi, fu nei vari secoli, con alterne vicende, fervido focolaio di cultura, privilegio, purtroppo, delle famiglie aristocratiche e benestanti.
Dopo un lungo travaglio, in cui le istituzioni religiose ed iniziative private fecero opera di supplenza -a partire dagli anni cinquanta- gradualmente fu dotata di buona parte degli istituti superiori.
Non dispone di alcuni indirizzi, la mancanza dei quali costringe, quasi un terzo della popolazione scolastica della cittadina e del circondario, a spostarsi con molti sacrifici nella non vicina città di Vibo Valentia.
Con la riconosciuta “autonomia” scolastica, si spera che l’Istituto Superiore Comprensivo possa rispondere adeguatamente alle esigenze del territorio.
Nello steso tempo si auspica che la frattura e separazione, come due mondi estranei, della scuola e della società civile, sociale ed economica, vengano sanate.
Ne guadagnerà certamente l’istituzione scolastica e la società stessa.


NOTE

(1) cfr. “Memorie per servire alla Storia della Santa Chiesa Tropeana “compilate dal Conte Vito Capialbi Cavaliere di San Gregorio Magno e di San Ludovico e Cameriere di Spada e Cappa della Santità di N.S. Pio Papa IX, in Napoli pe’ Tipi di  Nicola Porcelli, 1852, (Copia anastatica a cura di Pasquale Russo, Vibo Valentia Mapograf, 2002) , p.. XLIII, par.11: ”Accademia degli Affatigatì e scrittori Tropeani”. Dopo un fugace cenno sull’Accademia, fa una lunga disamina degli scrittori tropeani (pp. XLIII-LXIX),  ben 23, segno di un ambiente favorevole ed aperto alla cultura;

(2)“Instancabile nell’agire”. Riportato da: Abate Francesco Sergio,“Chronologica Collectanea De Civitate Tropea ab urbe nostra condita usque ad annum , MDCCXX, libro I, cap. XXVI, f.. 57, (Stampa Anastatica a cura di Pasquale. Russo Edizioni Athena, Napoli, 1988)

(3)”Vollero fregiarsi del titolo degli “AffaticatI” specialmente poiché amano di agire senza mai stancarsi”;(ivi)

(4) Cav.  Ncola Scrugli, “Notizie Archeologiche e Storiche di Portercole e Tropea”, Napoli, 1891. p.130;

(5) Cav. Scrugli, o.c., ivi;

(6)Cav, Scrugli,o.c-, p.129;

(7) Cav. Scugli, o.c., p. 17;

(8)Mons. Taccone Gallucci, Monografia della Diocesi di Nicotera e Tropea, Reggio Calabria, 1904, p.111. L’Abate Sergio, (o. c., Libro III, cap. XXIV, pp.181-183), dalla cui opera il Taccone-Gallucci prende le notizie, parla con molta stima sull’opera dei Padri Gesuiti a Tropea. Fra l’altro ricorda come prima del loro arrivo nella città  “esistevano molti inconvenienti e cose assurde”, per colpa di donne dedite a  “incantesimi magici”, “malefici”, “venefici” e “inimmaginabili superstizioni”,  “…ex quibus  cum ipsis Diabolus assentiretur“.. Tali pratiche erano molto diffuse per la ricorrenza della festa di San Giovanni Battista. Con impegno estirparono tali  superstizioni e con le loro confessioni  (gratias Altissimo )…”…totum remedium allatum fuit”;

E’ da notare che il Capialbi, (o.c. pp.XXI-XXII) fa un cenno di poche righe sulla presenza dei Gesuiti a Tropea: “In Tropea vi è il Collegio del SS. Redentore deì PP: Liquorini. Questo edificio colla chiesa appartenne aì Padri Gesuiti”;

(9)Cav, Scrugli, o.c., p.64;

(10) Discorso Preliminare, p. XXI e p.65: “Amministrò con somma prudenza, per quasi undici anni, nel corso  dei quali fra gli altri benefici fè quello della fondazione del seminario”.   Taccone-Gallucci,o.c.p.110., riporta quanto .tramandato dal Capialbi;

(11)Taccone-Gallucci, o.c., p.111; cfr.Abate Sergio, o. c., libro III, cap. XI, in cui figurano le notizie riportate da Taccone-Gallucci, che ebbe come  “Fonte” principale, oltre il Capialbi, anche l’Abate Sergio, il quale così spiega perché i seminaristi sono chiamati “alunni”: “…quia aluntur sumptibus ipsius Seminarii

(12) Taccone _Gallucci, o.c., p. 112

(13)  Taccone-Gallucci,o.c., pp. 112-13. Le notizie da lui riportate sono una traduzione “ad litteram” del  Capialbi, o.c., pp.100-102;

(14) Capialbi, o.c., p.123;

(15)”De  corporea Deiparae in coelum Assumptione…” Roma, 1867, pp. 455 ed in seconda edizione nel 1878 a Ferrara

(16) Statuto, Cap. I, art.3;

(17) Capialbi, o.c., pp. 55-56;

(18) Mi sia consentito fare questo doveroso e grato riconoscimento a Mons. Saba, promosso poi alla sede di Sassari, per quanto ho potuto poi realizzare a servizio della Chiesa e della società civile. A Lui anche debbo, se poi ho potuto insegnare nelle Scuole Statali (come docente di lettere italiane e latine (1961-1968) ed assolvere alla responsabilità di Preside nel Liceo Classico Statale “P. Galluppi” di Tropea(1969-2000) ed anche del Liceo Scientifico “Fratelli Vianeo” di Tropea(1975-2000); (17) Capialpi, o.c, p.56;

(19) Capialbi, o.c., pp. 66-67;

(20) Rescritto della Congregazione dei Vescovi, del 30 settembre 1986;;

(21) Luciano Del Vecchio, L’Intonaco del Sole(Echi tropeani di inzio secolo) Vibo Valentia Mapograf, p.37 ;

(22) Archivio Liceo-Ginnasio Statale “P. Galluppi” di Tropea;
 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

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