Antonio PiseràUna lettera aperta è stata inviata al presidente della Regione Calabria

La Segreteria Regionale dei giovani della Margherita scrive a Agazio Loiero

Forti le delusioni verso le istituzioni regionali

 

di Vittoria Saccà

foto Salvatore Libertino

 

Tropea - Una lettera aperta è stata inviata al presidente della Regione Calabria Loiero dalla segreteria regionale dei giovani della Agazio LoieroMargherita. L’intento è quello di sottoporre alla sua attenzione alcune problematiche legate al tema delle Politiche giovanili”. La lettera è a firma di Antonio Piserà,  componente della direzione regionale dei Giovani della Margherita, ma soprattutto  “giovane impegnato con forte passione civile per dare il proprio contributo alle sorti della nostra terra”. L’elezione di Loiero, aveva fatto nascere, nei cuori dei giovani, grandi aspettative di rinascita in una politica che tenesse in giusto conto esigenze, aspirazioni, bisogni delle generazioni calabresi. “Ma nonostante l’impegno che lei ha sin qui dimostrato, - si legge nella lettera - con l’esplicito messaggio che la Calabria può cambiare se realmente lo vuole, ancora oggi tra i giovani serpeggia un sentimento di forte disillusione verso le istituzioni regionali, a causa della scarsa sensibilità e attenzione che in passato è stata rivolta alle Politiche giovanili”.

Sebbene sia giusto tenere i riflettori accesi sui ragazzi di Locri che hanno fatto rinascere la speranza di un cambiamento epocale, vi sono tanti altri giovani calabresi, in altre zone, che invece cominciano a chiedersi quali iniziative intende prendere la Regione “per affrontare organicamente e su tutto il territorio calabrese le principali problematiche legate all’universo giovanile”. Spesso, prosegue Piserà nella sua missiva, i progetti indicati come frutto di politiche giovanili attive, si rivelano iniziative estemporanee, slegate tra loro e senza un obbiettivo comune. Invece, avere attenzione verso i giovani,  “dovrebbe significare innanzitutto organicità di un disegno politico complessivo, in grado di dare risposte alle innumerevoli istanze e aspettative che da loro giungono. Vuol dire affermare e dare seguito a quella voglia di riscatto che nella marcia dei 15.000 di Locri è sfociata in un unico grido: libertà dall’oppressione insostenibile da ogni tipo di mafia e necessità di poter determinare il proprio futuro”.

Desiderio di autodeterminazione sociale ed economica è il sentimento principale delle nuove generazioni che invece sono costrette a lasciare la Calabria in cerca di quanto in essa non trovano e “la mancanza di prospettive future si traduce in una condizione di estrema fragilità, andando ad alimentare un deleterio fatalismo che, invece, dovrebbe essere alieno alla dimensione giovanile”. La mancanza di politiche giovanili incisive determina, inoltre, prosegue Piserà, un’ulteriore perdita di fiducia nelle Istituzioni e nei sistemi decisionali, contribuendo ad accrescere il gap tra società e politica. Diffidenza che si riflette nella “scarsa partecipazione dei giovani calabresi alla vita pubblica, con un graduale depauperamento del prezioso contributo che le nuove generazioni possono dare alla crescita di questa terra”. Ed è così che alcuni si rifugiano nell’indifferenza o nell’individualismo, altri identificano nella protesta ad oltranza e nel rigetto totale del “sistema” l’unica alternativa alla propria condizione. “Senza parlare del fascino perverso che la criminalità organizzata può esercitare sui più deboli in questo contesto”. 

La maggioranza dei giovani calabresi, si legge nella lettera, vorrebbe essere in grado di influenzare le politiche che li riguarda, ma non ne ha l’opportunità, perché relegati nel ruolo marginale di semplici “fruitori”, senza che nessuno si interroghi su cosa realmente vogliano.

Le politiche giovanili si fermano ad una prevenzione (droga, alcool) dal valore “paternalistico” che nega la partecipazione diretta dei giovani, sempre auspicata ma raramente realizzata. Invece “dovrebbero fondarsi innanzitutto sul coinvolgimento di coloro che ne sono i destinatari finali, per poi spaziare nei campi dell’istruzione, del lavoro, della formazione, della cultura, dell’integrazione europea”.

Dire che le nuove generazioni hanno scarso interesse per la vita pubblica è “un alibi che spesso viene usato da amministratori incapaci di favorire la partecipazione dei giovani alle scelte politiche e programmatiche”. Piserà si sofferma su come si potrebbe rinnovare l’approccio verso le politiche giovanili, ovvero creando un network regionale, una rete che raggiunga tutti i giovani calabresi, con internet, giornali, sms, affinché ne diventino protagonisti. Auspica, infine, che si dia piena operatività al “Progetto Giovani”, istituito con la legge regionale n. 2, del 14 febbraio 2000, integrandolo con le iniziative in materia promosse dall’U.E, cominciando dall’adozione della Carta Europea di Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale", approvata dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali d’Europa nel maggio 2003 a Strasburgo.

 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        febbraio 2006