Vicesindaco di Tropea, Gaetano ValloneL’ex Sindaco di Tropea spiega…

I motivi delle dimissioni di Gaetano Vallone

Una lunga lettera, ben quattro pagine, inoltrata al Consiglio Comunale, per spiegare cosa ha spinto il numero due di palazzo Sant’Anna a dimettersi da consigliere e Vice Sindaco della Città di Tropea.

Nelle ultime righe dichiara “Conclusa, almeno per il momento, la mia esperienza amministrativa”.

 

Dalla Redazione

 

Tropea - Dopo l’ articolo che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi sulle dimissioni dell ‘ex Sindaco di Tropea Gaetano  Vallone, siamo venuti in possesso della lettera inoltrata al Consiglio Comunale per spiegare cosa lo ha indotto a prendere questa decisione . Di seguito pubblichiamo il testo integrale del documento.

 

Signor Sindaco, Signori Consiglieri

Ritengo sia giunto il momento di attuare una decisione che è andata via via maturando nel corso di questi ultimi tre anni.

A ciò sono spinto  dalla mia onestà intellettuale, dal dubbio che la mia presenza attiva nell’Amministrazione della nostra Città sia la causa di reazioni velenose che certamente arrecano danno alla Città stessa e turbano il vivere civile e la serenità dei suoi cittadini.

Lo stato di tensione era già palpabile nel corso della campagna elettorale amministrativa di tre anni fa; è iniziato col  tentativo di disturbare un comizio della lista” Uniti per Tropea” e successivamente, in prossimità dei seggi elettorali, col tentativo di aggressione nei confronti di un dipendente comunale e nei suoi confronti, Signor Sindaco, ritenuta usurpatrice della candidatura.

La sconfitta elettorale della lista “ Con Romano per Tropea” ha acuito ulteriormente lo stato di insofferenza sfociando in ripetute aggressioni nei miei confronti; il fatto in sé non ha scalfito minimamente la mia determinazione, il mio impegno ad insistere nell’azione amministrativa improntata come sempre al rispetto delle regole ( uguali per tutti), alla legalità, alla massima trasparenza. Eppure, nel mio comizio di ringraziamento, dopo la vittoria riportata, avevo espressamente e pubblicamente dichiarato che la campagna elettorale, da quel momento, era da considerarsi chiusa e che Tropea aveva bisogno di tranquillità per continuare la sua ascesa; invece no, quel mio appello convinto ed accorato che aveva oltretutto il significato della mano tesa, dell’invito alla collaborazione sia pure nel rispetto e distinzione dei ruoli, non è stato accolto.

Ciò che mi sconforta e preoccupa è la tendenza del cittadino al rifiuto di quelle regole alle quali negli anni trascorsi aveva iniziato ad adeguarsi e che ora ritiene siano “catene”, a questo convincimento spinto da una politica subdola, menzognera, tendenziosa, pericolosa che fa presa su una certa massa facile preda di chi usa la propria intelligenza ad iniettare veleno nel calcolato dosaggio, freddamente e cinicamente consapevole del male che produce; “il fine giustifica i mezzi”, poco importa se determinate azioni, determinati comportamenti incidono negativamente sulla città, sulla coscienza e sulla educazione del cittadino, ciò che è importante è la delegittimazione, è il far pagare “il delitto di lesa maestà” a chi di esso si sarebbe reso responsabile.

E così, una serie  di atti, di provvedimenti al primo impatto impopolari ma chiaramente razionali, che non lasciavano spazio ad alcun margine di discrezionalità, adottati dall’organo a ciò deputatoli cui dovere era ed è preservare la incolumità fisica del cittadino non omettendo di contemperare le esigenze di crescita economica della città, sono stati distorti ed usati (vedi problematica rupe) dai consiglieri di opposizione della lista “Con Romano per Tropea” come un’arma per spingere il cittadino comune alla insofferenza, alla disobbedienza, a momenti alla rivolta.

Quanta cattiveria, quanta irresponsabilità! E tutto per una poltrona. Vergogna!

Nel corso della mia vita politico amministrativa ho riportato vittorie e sconfitte, ho accolto le vittorie con intima ed anche manifesta soddisfazione, ho accettato le sconfitte con grande serenità, con alto senso democratico, rimanendo comunque sulla breccia a compiere il mio dovere di consigliere di minoranza proponendo e mai speculando, difendendo persino la incolumità fisica dei miei diretti avversari (non può parlare chi, allora Sindaco, ora è nel mondo dei più ma potrebbe parlare chi, oltre a ricoprire la carica di Sindaco di questa Città, ha ricoperto più prestigiose cariche istituzionali e politiche). Ho sempre condotto le mie battaglie dicendo soprattutto la verità anche se convintocce il più delle volte la verità fa male sentirla a chi ad essa è interessato perché pungente, scomoda, ma non è stata e non sarà mai velenosa; la spiegazione di questo mio comportamento trova le sue radici nella mia educazione, nella mia cultura, nell’albero genealogico della mia famiglia tra i cui rami, dopo averlo scorso in lungo ed in largo, non ho riscontrato alcuno (bisnonno, prononno, padre o zio) che si chiamasse per nome, cognome o soprannome “avvelenato”.

All’inizio della mia carriera di educatore (hi sempre preferito  definirmi tale e non insegnante), un mio indimenticabile maestro mi disse: “Quando varchi la soglia della scuola, tutte le ambasce, le preoccupazioni, i risentimenti devi lasciarli alle tue spalle; ricordati che avrai di fronte a te giovani che dovranno costituire la classe produttiva e dirigente del domani”, questo insegnamento mi ha guidato nella scuola, questo insegnamento mi ha guidato nell’amministrazione della cosa pubblica..

Cerchi di comprendermi, Signor Sindaco, il mio è lo stato d’animo di chi ha speso il proprio impegno, e per anni, a ricostruire pietra su pietra una Città che ha trovato distrutta nei suoi servizi, nella sua immagine, nella sua identità e che non sopporta vedere ora distruggere soprattutto nella coscienza  dei cittadini. Non riesco più a sopportare il perdurare, il continuo ripetersi di atti vandalici e di sabotaggio che arrecano danni considerevoli alle già esigue casse comunali ed alla immagine della Città: danneggiato ancor prima della ultimazione dei lavori il depuratore “Argani”, distrutte, e più volte, i lampioni della pubblica illuminazione e sul lungo mare e sugli affacci, come anche elementi importanti e costosi dell’impianto di illuminazione artistica dell’Isola, panchine divelte, alberi tranciati o devitalizzati con acido muriatico, cestini porta rifiuti distrutti, elementi di arredo urbano scaraventati dalla rupe, segnaletica stradale divelta, materiale detritico ed ingombrante scaricato dai soliti ignoti nei luoghi più impensati, sabotaggio della rete fognante con la immissione nei pozzetti di ispezione di corpi estranei, ecc,, il tutto sotto gli occhi omertosi del cittadino che forse ritiene che la Città appartenga alla maggioranza che governa e non anche a lui, e nel progressivo disimpegno delle Forze dell’Ordine anche esse scoraggiate da leggi permissive e da una giustizia lenta e non sempre giusta.

A chi giova tutto questo? Non certamente all’immagine della Città. Per quanto mi riguarda ho sempre accettato di buon grado le critiche negative quando le stesse sono state rivolte a migliorare la vivibilità della città, a correggere determinati percorsi amministrativi, a rivedere programmi, ad apportare correttivi ad atti e provvedimenti o a scelte ritenute sbagliate; ho sempre respinto con determinazione la critica fine a se stessa, le critiche intenzionalmente distruttive, le critiche di chi, pur di delegittimare l’Amministrazione Comunale, non perde occasione di denigrare la città, per spargere fango sulla città, attraverso anche la carta stampata, con illazioni e menzogne.

Quanta delusione, quanta marezza! Da una parte ci si preoccupa a creare le infrastrutture, ad offrire servizi più efficienti ed accettabili, ad accogliere il forestiero con simpatia in modo da rendere tranquillo e piacevole il suo soggiorno, dall’altra il “commerciante” disonesto che vede nel turista il pollo da spennare (complice l’euro) che non pensa a migliorare la propria attività ed acquisire professionalità, che non si vuole convincere che nel tempo determinati comportamenti vanno ad arrecare danno a se stesso ed agli altri.

Una classe commerciante esistente solo di nome e non di fatto, incapace e/ o restia a costituirsi in Associazione (benché sollecitata) seria e non strumentalizzata potrebbe essere di stimolo e di supporto all’Amministrazione Comunale per le scelte che si andrebbero ad operare e nel contempo potrebbe essere da freno agli egoismi , agli individualismi sfrenati che strozzano e compromettono conseguenzialmente l’economia individuale e collettiva.

Sono mortificanti le critiche veritiere del forestiero che viene, nota, commenta e riferisce la mancanza di professionalità (sono poche le eccezioni) la scadente offerta del servizio che non giustifica un aumento indiscriminato dei prezzi che necessitano di una opportuna, autonoma, concordata (in seno all’organismo costituito) calmierazione specialmente in periodo di crisi, nazionale ed europeo, come quello che stiamo attraversando e che per fortuna ha solo sfiorato la nostra città. Assistiamo di contro alle solite elucubrazioni mentali, ai ciclici piagnistei dei soliti operatori di settore alimentati nelle loro nenie dalla solita pennivendola che redige e divulga bilanci consuntivi in rosso prima ancora che l’intera stagione abbia termine. “Ci sono meno presenze, le presenze ci sono ma non spendono,…….è colpa del Sindaco”.

L’Amministrazione Comunale ha fatto la sua parte, sia pure tra mille difficoltà e continuerà a fare la sua parte con la creazione di infrastrutture idonee, consone e compatibili ad un turismo di qualità; gli operatori del settore dovranno fare la loro imponendo a se stessi, se necessario, i dovuti sacrifici in vista dell’obiettivo che sinergicamente si deve raggiungere.

Le crisi economiche, ricorrenti a volte per molteplici motivi, incidono negativamente su un turismo medio basso come il nostro e quindi sui meno abbienti; non incidono affatto sul turismo di qualità e quindi sui benestanti (l’operaio, l’impiegato si muove con i soldi contati e sta molto attento al prezzo che paga, il magnate, l’industriale, il benestante in genere chiede la qualità e paga disinvoltamente il prezzo che gli si chiede).

Ritengo in coscienza di aver servito ed onorato la mia Città senza mai chiedere prebende o favori per me e per la mia famiglia. Il mio impegno politico amministrativo ha avuto inizio negli anni sessanta da consigliere di minoranza prima, da assessore subito dopo, da consigliere provinciale negli anni settanta, da Sindaco nel Novembre 93, da vicesindaco dal 2002 fino ad oggi; questo mio impegno è stato sempre coerente in tutte le sue fasi, improntato a principi di oculata, corretta, sana amministrazione, mai risparmiando nulla di me stesso e sempre prodigandomi con slancio e con passione ad educare il cittadino alla legalità, al rispetto delle istituzioni democratiche, al senso del dovere, della giustizia, alla lotta per il riconoscimento dei propri diritti ma all’assolvimento dei propri doveri; in una, posso ben dire ad alta voce che nella mia azione amministrativa ho usato un solo metro, ho servito il cittadino in quanto tale lungi dall’essere colorato in rosso o in nero, è rimasto deluso chi, del mio stesso colore politico (e non conoscendomi a fondo) si aspettava da me privilegi e quindi discriminazioni.

Quanta differenza tra noi e voi Consiglieri della Minoranza “Con Romano per Tropea”! Quanta differenza tra chi combatte, pur essendo consapevole di combattere una battaglia difficile ma che anela di vincere, e chi si aspetta da quella battaglia combattuta da altri una sconfitta pur di poter dire :”avevamo ragione noi”.

Centinaia di pratiche con richiesta  di finanziamenti sono state impostate ed inoltrate, agli Organi competenti, in questi anni; molte  hanno avuto esito positivo, altre no, ma non è mancato per noi.

Mai, dico mai, è stata formulata da parte vostra una proposta, una richiesta indirizzata a vostri santi protettori in favore della Città di Tropea che è la mia città ma che è anche la vostra. Avremmo avuto, e lo sapete, l’onestà intellettuale di riconoscere “ A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”. Noi siamo stati anche la coscienza critica in questa sala consiliare che ci ha visti alzare la voce indirizzando segnali, messaggi precisi, chiari, forti alla classe politica dirigente di destra di centro e di sinistra in alcuni momenti e per certi aspetti sorda, apatica, distante, dimentica del ruolo che riveste una città divenuta fiore all’occhiello, punto di riferimento del turismo calabrese, nazionale e non solo, una città proiettata, attraverso un sistema di infrastrutture già realizzate ed altre in itinere, verso la meta ambita del turismo di qualità (portuale, congressuale, culturale) che andrebbe a stravolgere in positivo ed in maniera stabile l’economia dell’intera zona.

Siamo sulla strada ma tanta ne rimane ancora da percorrere.

In questa sala consiliare siedono coloro che si sono resi protagonisti di questo grande processo di sviluppo che ha portato considerevoli benefici ed in termini economici, siedono coloro che hanno trasformato Tropea da “Città stracciona a Città nobile”.

Nella nostra compagine non ci sono Neroni che cantano mentre la città brucia anche perché non c’è una città che brucia, ma c’è una città che vive, che progredisce, che va avanti, che consegue riconoscimenti, che raggiunge traguardi invidiabili; la città brucia nell’immaginario individuale di chi vorrebbe che veramente bruciasse per poter dire “Avevamo ragione Noi”, di chi, da visionario abituale vede alzarsi le fiamme anch’esse guizzanti a forma “G”.

Il vero Nerone è tra i vostri banchi, Consiglieri della lista “Con Romano per Tropea”. È chi, da ex Sindaco di questa >Città, la Città stessa aveva prostrato e prostituito, è chi da novello aspirante alla carica di Sindaco, ritiene di conquistare la Città impostando progetti e meccanismi perversi, portando avanti battaglie che nulla hanno di nobile, pontificando dall’alto di un piedistallo da Ministro della Sanità presuntuoso, bugiardo, inconcludente e, quel che peggio, velenoso.

La mia uscita dal Consiglio Comunale può essere l’antidoto al veleno sparso in questi ultimi anni? Mi auguro di si ma, alla fine di questo mio sfogo, mi sorgono seri dubbi. Sarà però certamente un segnale forte per i miei concittadini che invito ad un doveroso esame di coscienza. In questi ultimi anni (dal novembre 93) hanno visto la luce opere pubbliche mai realizzate in cinquanta anni, altre sono in corso d’opera o con lavori aggiudicati; altre ancora con finanziamenti assegnati ed in fase di progettazione (consolidamento della rupe, ristrutturazione della Chiesa dell’Isola, progetto integrato strategico “Oreste” che prevede la costruzione del Centro Congressi, la sistemazione di area in Marina Vescovado, l’impianto di risalita al Centro Storico, la pavimentazione di piazzale Annunziata; buone possibilità di esito positivo è il progetto “Contratto di Quartiere” che andrebbe ad interessare con investimenti di svariati miliardi, quartieri ad alto degrado.

Strumento di vitale importanza per la Città è il progetto di variante al Piano Regolatore Generale che consente lo sblocco dell’edilizia privata, la costruzione di pensioni a gestione familiare, la costruzione di alberghi nella zona a ciò destinata che siamo riusciti a mantenere indenne dagli interventi a carattere speculativo che avrebbero definitivamente compromesso l’avvenire della nostra Città (l’approvazione delle linee guida da parte della Regione Calabria non ci ha consentito di sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale il progetto di variante già pronto).

Signori Consiglieri, lascio il Consiglio Comunale con amarezza; tanto avrei potuto ancora dare alla nostra Città nonostante i problemi di salute che mi hanno interessato ultimamente a che grazie a Dio si sono risolti molto bene consentendomi di recuperare quelle energie il cui progressivo venir meno aveva determinato un rallentamento del mio impegno amministrativo.

A Lei, Signor Sindaco, ai comuni Collaboratori chiedo scusa per non aver dato preavviso di questa mia decisione dalla quale, se ciò avessi fatto, emotivamente mi avreste convinto a recedere inducendomi forse a non prendere in considerazione motivazione di carattere familiare che mi preoccupano non poco e che comunque molto di più di quanto mi abbia preoccupato la mia salute.

Voglio che continuate a portare a termine il lavoro intrapreso, nella continuità di intenti e di indirizzi, senza risparmiarvi, nella legalità, senza mai cedere a spinte clientelari, a richieste impossibili,, che, se esaudite, vi porterebbero su un piano inclinato che andrebbe a determinare il danno per la Città. A quei dipendenti comunali che con me da anni hanno condiviso sofferenze ma anche soddisfazione nel lavoro, raggiungendo traguardi insperabili se si pensa a come siamo partiti, vada il mio fraterno ringraziamento; i cittadini non hanno contezza dei loro sacrifici, del loro silenzioso lavoro, io si e non li dimenticherò mai, fanno ormai parte dei miei affetti.

Ai miei Concittadini che mi hanno onorato nel tempo dei loro consensi ritengo in coscienza di aver dato risposte con i fatti; le chiacchiere le lascio ai detrattori di ieri e di sempre, a coloro che ritengono che le regole siano catene dalle quali liberarsi. Ritengo, almeno per il momento, conclusa la mia esperienza amministrativa, il domani è nelle mani del Signore.

MANIFESTO LA MIA VOLONTA’ DI DIMETTERMI DALLA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE.


 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

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