Chi prenderà lo scettro del comando
Chi sarà la tigre,
Chi il lupo.
Dove sarà il confine del giusto e del cattivo
Assurda guerra è la follia dell’uomo
Sconfina la ragione
Pecore sgozzate saranno i poveri innocenti
Schermo di magia spegni quella luce
Non voglio più ascoltare i pianti strazianti delle madri
Né vedere gli occhi di quei bimbi pieni di terrore
Sbranatevi da soli nel brutto gioco del potere.
Svegliatevi Iracheni
Uscite allo scoperto e seppellite i morti
Il giorno della lince si avvicina
Tenetevi voi pronti
Assaporate adagio senza far rumore la vostra libertà
Avete dato tanto e sopportato troppo
Vestitevi di bianco e non di nero
Attenti allo sciacallo
Che non raccolga il frutto
Ma si accontenti solo della sua vittoria
Chi ha chiamata amara la mia terra
Non ha mai visto quanto lei è bella
E’ dolce la mia terra e la mia gente
Non giudicare se non conosci niente
Non odiare così rara bellezza
Solo perché tu non ce l’hai eguale
Lavati i piedi prima di calpestarla
Lei profuma di fiordaliso e di viole
Nel suo stivale stretto
Lei ha nascosto il cuore
Grande è il mio orgoglio per essere sua figlia
E la difenderò da chi la offende
Con unghie e denti
La amo come mia madre
Perché lei mi appartiene e io le appartengo
Amala straniero
Riempiti gli occhi e l’ anima di questa terra mia
Porta con te il nostro sorriso
Un po’ del nostro cuore
Porta con te un pezzo di tramonto
E dillo a tutti
Che è dolce e bella
E non
è amara questa terra mia
Perdono
Perdonami per quel tozzo di pane
Che non hai e che io butto
Perdonami per quel che ho e del tuo niente
Mi sento misera guardando te
Tu che nella tua povertà
Hai la forza di mostrarmi il sorriso
Io che tutto ho
Non ho niente
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